Casinò, il Comune non molla sui tagli

Confronto serrato dell’assessore Zuin con i sindacati, altri due incontri previsti martedì e mercoledì

Il Comune non molla di un centimetro sui tagli alla retribuzione dei dipendenti del Casinò.

Anche la riunione di ieri a Ca’ Farsetti dei sindacati con l’assessore alle Aziende Michele Zuin si è chiusa in pratica in modo interlocutorio, perché Ca’ Farsetti non vuol sentir parlare di proposte di spostamenti o riqualificazioni di sedi - come quella avanzate dalla Cgil Slc sullo spostamento di quella di Ca’ Noghera al Padiglione Aquae e dell’uso anche alberghiero di Ca’ Vendramin Calergi - se prima non si chiude la partita sui tagli al costo del personale della casa da gioco, a cominciare dal recupero di produttività e alla revisione del meccanismo dei premi. Il discorso sulle sedi e sugli investimenti - è la posizione del Comune - potrà essere affrontato solo dopo che si è chiusa la partita dei risparmi da ottenere, una parte dei quali potrebbe essere destinata alla riqualificazione del Casinò.

Le richieste avanzate dall’assessore Zuin sarebbero però ancora generiche e per questo i sindacati ieri hanno chiesto di avere dati e cifre precise per valutare lo sforzo che l’Amministrazione richiede ai dipendenti del Casinò.

Una messa a disposizione che l’assessore si è impegnato a fare in tempi brevi, anche perché si procede a ritmi serratissimi, e altre due riunione Comune-sindacati sono state fissate per martedì e mercoledì prossimi.

Ca’ Farsetti non ha infatti ritirato il timing che prevede quaranta giorni di tempo per trattare - una parte delle quali già spesi - dopo di che, con o senza l’accordo sindacale l’Amministrazione prenderà le sue decisioni.

Tra i punti della bozza del Piano Industriale già fatto pervenire ai sindacati c’è infatti la minaccia della disdetta unilaterale del contratto attuale. Una misura che del resto il Comune ha già adottato per i circa tremila dipendenti di Ca’ Farsetti le cui retribuzioni medie sono assai inferiori a quelle del personale della casa da gioco.

L’alternativa altrimenti - non evocata ma sempre presente - è quella della messa in liquidazione della società, visto che il Comune non intenderebbe procedere ad altre ricapitalizzazioni e il budget dei primi mesi dell’anno per gli incassi è già inferiore rispetto a quello previsto dalla società. La situazione appare pertanto molto delicata e difficile e la preoccupazione palpabile anche da parte sindacale.

Gli esempi di altre case da gioco come Campione d’Italia prima e Saint-Vincent ora, dove sono stati adottati contratti di solidarietà o si parla invece, per la casa da gioco valdostana, di licenziamenti, non contribuisce a rasserenare il quadro.

Resta il fatto - ricordato dagli stessi sindacati in più occasione e dalla stessa Corte dei Conti - che il bilancio del Casinò sarebbe sostanzialmente in attivo se non dovesse versare - in base alla convenzione sottoscritta con il Comune - il 25 per cento degli introiti a Ca’ Farsetti, la quota di fatto più alta tra tutti i Casinò italiani. Ma la coperta è corta, perché di quei soldi il Comune ha bisogno per il suo bilancio e si arriva perciò all’unica strada possibile che è quella per l’Amministrazione di una robusta riduzione dei costi della casa da gioco. Di qui i tempi serrati della trattativa in corso, con il Comune deciso in un modo o nell’altro a portare a casa il risultato. (e.t.)

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