Casinò, gli incassi sono in ripresa ma resta un debito di 140 milioni

A Ca’ Farsetti l’audizione dei vertici delle società: l’obiettivo è il pareggio dei conti nel 2016 Fondamentale vendere i terreni del Quadrante di Tessera e tagliare i costi del personale
Di Enrico Tantucci
GIORNALISTA: Baschieri .AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO: Ca' Noghera.DESCRIZIONE: conf. stampa di presentazione del nuovo presidente del Casinò di Venezia, avv. Maurizio Salvalaio
GIORNALISTA: Baschieri .AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO: Ca' Noghera.DESCRIZIONE: conf. stampa di presentazione del nuovo presidente del Casinò di Venezia, avv. Maurizio Salvalaio

Casinò messo in temporanea sicurezza sul piano patrimoniale, in timida ripresa sul piano degli incassi, ma con ancora sulla spalle una marea di debiti - circa 140 milioni di euro - e con limitatissime possibilità di investire sul suo rilancio.

È la fotografia scaturita ieri dalla Commissione consiliare Bilancio e Aziende che ha ascoltato per la prima volta i nuovi vertici della casa da gioco, poche settimane dopo l’approvazione del bilancio consuntivo 2015 delle tre società del gruppo, la Casinò Venezia Gioco, la Casinò Municipale Venezia e la controllata Meeting & Dining, che hanno chiuso per un rosso complessivo di circa 8 milioni di euro.

Il futuro immediato - è stato detto ieri dall’assessore al Bilancio Michele Zuin e anche dagli amministratori delle due società, il presidente di quella del Gioco, Claudio Salvalaio, e l’amministratore unico della Cmv spa, Andrea Martin, il nuovo direttore generale Eros Ganzina - è un po’ meno negativo, perché la previsione è che entrambe la società riescano a chiudere il bilancio 2016 in pareggio, senza ulteriori ricapitalizzazioni da parte del Comune.

Ma i debiti restano. La società patrimoniale del Casinò (la Cmv) andrà liquidata non appena il Comune sarà riuscito a vendere i terreni del Quadrante di Tessera che essa ancora possiede (iscritti a bilancio per 13 milioni di euro, ma che si spera di riuscire a “piazzare” almeno a 30-35). E la capogruppo Venezia Gioco non può più permettersi - con questi incassi annui ormai vicini ai 100 milioni di euro e praticamente dimezzati rispetto agli anni d’oro - di pagare ciascuno dei suoi 569 dipendenti oltre 70 mila euro (lordi) l’anno, per un costo del lavoro di circa 41 milioni annui.

«È necessario rinegoziare con i dipendenti gli istituti contrattuali, i minimi e i compensi», ha detto ieri con chiarezza Zuin, «che devono tenere conto della nuova situazione economica e patrimoniale della casa da gioco. Con un Casinò indebitato per circa 140 milioni di euro e il Comune che si trova nelle condizioni di bilancio attuali, non si può certo pensare a nuovi investimenti e a una nuova sede per la casa da gioco. Quel progetto per il Comune è ormai tramontato. Bisogna assolutamente vendere i terreni del Quadrante di Tessera e così liquidare e chiudere subito dopo la Cmv spa, concentrando tutte le attività nella società del Gioco».

A disposizione per gli investimenti ci sono per quest’anno solo 800 mila euro che - come ha spiegato il direttore Ganzina - saranno concentrati sul settore delle slot-machine a Ca’ Noghera, quello più in sofferenza e i cui incassi, anche nel 2016, dovrebbero subire un’ulteriore flessione, sia pure più lieve, inferiore all’uno per cento. Ganzina - se gli incassi terranno - spera addirittura di incrementare gli incassi a 105 milioni di euro, rispetto ai circa 100 milioni di euro del 2015. Per le casse del Comune il contributo della casa da gioco resterà quello dello scorso anno: 15,5 milioni di euro al netto delle tasse. Solo che quest’anno non dovrebbero essere in buona parte “mangiati” dalle ricapitalizzazioni che Ca’ Farsetti è stata costretta a fare lo scorso anno. In buona ripresa - anche se su numeri assoluti modesti - la sede veneziana di Ca’ Vendramin Calergi, che in questi primi 5 mesi dell’anno ha visto i suoi incassi crescere di oltre il 30 per cento. In passivo anche la Meeting & Dining, la società della ristorazione che ha anche però il gioco on line. Proprio questo - è stato detto - la trascina a fondo e per questo si pensa di affidare la gestione dell’on line all’esterno.

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