Casinò, arriva l'aut aut: privati o liquidazione

VENEZIA. O la cessione ai privati della gestione del Casinò, o la messa in liquidazione della società. È di fronte a questa alternativa che si troverà di fronte l’assemblea dei soci della casa da gioco - cioè il Comune - di cui ieri il Consiglio di amministrazione ha votato la convocazione per fine aprile. La terza via, quella che vorrebbero sindacati e dipendenti in agitazione non esiste più, perché il Comune non ha le risorse per ricapitalizzare la società e varare nuovi investimenti, come lo stato di crisi attuale, con gli incassi in picchiata, imporrebbe. Il sindaco Giorgio Orsoni ha già detto chiaramente che l’ingresso dei privati nella gestione della casa da gioco è per lui l’unica strada percorribile per salvarla e su questo punto mette anche in gioco - è proprio il caso di dirlo - anche il suo ruolo di guida della maggioranza, mettendola alla prova.Un sostegno arriva anche dalla Confindustria veneziana, per la quale «la crisi impone scelte forti e non più rinviabili: aprire all’ingresso dei privati nella gestione della casa da gioco può essere una prospettiva utile e lungimirante».
L’alternativa della messa in liquidazione della società, oberata dai debiti - siamo a 174 milioni di euro - e priva del capitale sociale, sarebbe devastante, con la fine del pagamento dei fornitori, il fallimento e la perdita del posto di lavoro di tutti i dipendenti. Ma - contrariamente a ciò che pensano i sindacati - non sarebbe la “morte” del Casinò a Venezia, con la perdita dell’autorizzazione da parte del Comune. L’azienda ritiene invece che sia possibile mantenere la licenza - che è in carico a Ca’ Farsetti e non alla Casinò spa che essa ha costituito - dare vita a una nuova società e riassumere, questa volta alle proprie condizioni, i dipendenti necessari, riaprendo la strada all’ingresso dei privati nella gestione. Ma il fallimento sarebbe scomodo - oltre che sul piano sociale - anche per lo stesso Pd che sostiene la Giunta Orsoni, perché porterebbe a “rileggere” pubblicamente l’ultimo decennio di vita della casa da gioco e di rapporti con l’Amministrazione che hanno portato alla situazione attuale.
Un bilancio scomodo per tutti. Per questo l’alternativa privatizzazione o fallimento è una potente arma di pressione che lo stesso sindaco si appresta a giocare, nei tempi più brevi. La preoccupazione ormai palpabile a Ca’ Farsetti è infatti quella che i gruppi privati americani - primi fra tutti - francesi e russi potenzialmente interessati a prendere in gestione Ca’ Vendramin Calergi e Ca’ Noghera possano farsi da parte di fronte all’incancrenirsi della situazione veneziana, abbinata alla perdita di incassi e che alla famosa gara pubblica per la cessione della subconcessione non si presenti poi nessuno. Intanto i sindacati della casa da gioco hanno organizzato per oggi un’assemblea pubblica sul futuro del Casinò a Ca’ Noghera aperta a tutti i parlamentari veneziani, ma al momento mancherebbero le adesioni. Mercoledì, invece, potrebbe essere proclamato un nuovo sciopero in occasione della riunione delle Commissioni consiliari Bilancio e Aziende sul Casinò, a cui saranno presenti anche sindaco e vicesindaco.
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