Casermoni e personaggi I tanti volti del rione
IL PROFILO
Altobello è uno scrigno di storie popolari e del lavoro. Il vecchio Macaè oggi è il moderno Altobello, a due passi da piazza Barche, le case di via Fedeli e via Fornace e l’affaccio all’acqua sul Canal Salso. A qualcuno viene in mente un quartiere alla periferia di Berlino e invece è la vecchia Macallè che ha cambiato pelle con il Contratto di quartiere e i milioni di euro investiti. «Noi eravamo qui» dicevano, nel 2014, le venti foto su pannelli gialli che hanno mostrato a tutti la trasformazione del quartiere in dieci anni, non facili, di cantieri pubblici e privati del “Contratto di quartiere”.
Non sono ancora del tutto conclusi. Via Costa è stata pedonalizzata; piazza Madonna Pellegrina è stata allargata e migliorata con l’inserimento di moderni palazzi privati e in via Fornace sono state assegnate, e abitate, le case gialle per anziani e disabili con badante condominiale. Le prime della città. Mancano all’appello ancora le Tettoie, con gli spazi da far vivere, da parte di Ater, anche da artigiani. Altobello guarda avanti ma non dimentica cosa è stato. Quartiere operaio che pareva altro da Mestre. Lo squero Roggio, sul canal Salso, con maestri d'ascia e carpentieri. Le prime demolizioni delle malsane case di via Turati. I personaggi eccentrici, come Claudio Quarti, l’ex barbone adottato da tutti e finito ospite di Maurizio Costanzo. Le mitiche sfide a calcio e basket sui campi di via Kolbe. Le storie, difficili, di ero e criminalità. Ad Altobello tutti si conoscevano. E oggi, dove c’era la pasticceria di Guido, ci sono le leccornie di Salvatore Raia. —
M.Ch.
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