Caserma e monastero del Lido con attività cinesi, polemiche in vista
Lido. La Onlus Fispmed (Federazione Internazionale per lo Sviluppo Sostenibile e la Lotta contro la Povertà nel Mediterraneo-Mar Nero), fondata dal dipendente comunale Roberto Russo, punta in un colpo solo a prendersi Caserma Pepe, Monastero San Nicolò e aeroporto Nicelli.
Mercoledì verrà infatti presentata in streaming sul sito del Comune la proposta del Piano di valorizzazione ideata da Fispmed che l’assessora al Patrimonio Paola Mar dichiara di non averlo mai visto, nonostante il progetto sia stato seguito dalla predecessora Luciana Colle, ex vicesindaco e dipendente del demanio.
«Mercoledì lo vedrò» ha detto Mar. Dalle prime indiscrezioni sembra che un certo peso nel mega progetto lo abbia la Cina con tanto di «Casa delle piccole e medie imprese italo-cinese» ed «Esposizione dei prodotti della tipicità enogastronomica e artigianale Mediterranea e dell’Oriente cinese», ma anche «start up collegate alla formazione di nuove imprese nei settori della Schola Internazionale di Ospitalità con annesso laboratorio di gelateria di livello universitario», una mostra virtuale dedicata a San Nicolò e alla venerazione di San Nicola, residenze d’artista, una Scuola di alta formazione in beni culturali civile ed ecclesiastici sul costruito veneziano e tanto altro.
Insomma, oltre venti punti per trasformare il complesso di proprietà del demanio in un super centro culturale, ma con attività anche economiche. Sarà anche il giorno in cui Russo, o chi presenterà il progetto, dovrà spiegare non solo come economicamente il tutto potrà sostenersi, ma anche perché vuole sbarazzarsi dell’esperienza quasi ventennale dell’Eiuc nel Monastero di San Nicolò, ovvero il Master in Diritti Umani, che aveva già diffidato Russo l’anno scorso per essersi più volte presentato di punto in bianco nella sede in veste o di Fispmed o di Comune con diversi investitori.
Ci sono altri punti che attendono di essere chiariti, come il rapporto del dipendente comunale e il Comune stesso, ma non solo. Il Comune dovrà spiegare che tipo di percorso è stato intrapreso con il demanio dato che la richiesta di passaggio da Stato ad amministrazione deve avvenire in questo caso tramite federalismo culturale, quindi con un Piano di valorizzazione del bene che a oggi il Comune non ha elaborato. Può il Comune accogliere un progetto di una onlus che implica attività economiche e senza aver fatto un bando aperto a tutti?
E poi: può il Comune accogliere un progetto che, come in precedenza aveva dichiarato Russo, richiede un investimento di 54 milioni senza che siano pubblici i nomi degli investitori ? Tante domande che martedì, si spera, avranno una risposta. —
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