Case di riposo senza infermieri? Bocciati per il posto fisso ma idonei se precari

Due dei cinque partecipanti al concorso a tempo indeterminato alla casa di riposo di Chioggia si sono ripresentati con “magico” successo a quello a tempo determinato. Lubiato (Cisl): «Esito paradossale»
Maria Ducoli

CHIOGGIA. Infermieri inidonei per un posto a tempo indeterminato, ma ritenuti adatti a ricoprire lo stesso ruolo in un concorso a tempo determinato. Succede alla residenza per anziani Felice Casson di Chioggia.

Dopo il concorso per un posto a tempo indeterminato come infermiere del mese scorso, finito con la bocciatura dei cinque i candidati, mercoledì si è tenuta un’altra prova di selezione.

Stavolta si è trattato di una prova orale per un posto a tempo determinato, soluzione presa poiché, come ha spiegato il direttore Antonio Rizzato, «per il tempo indeterminato, la burocrazia richiedeva tempistiche più lunghe, quasi quattro mesi».

Scelta dettata dalla necessità di inserire il prima possibile un infermiere nell’organico. A fine settembre, infatti, scadrà la convenzione con l’Usl 3 che sta permettendo la copertura dei turni.

«È opportuno specificare che ad oggi ben 12 notti vengono effettuate da infermieri in libera professione» s’inserisce Paolo Lubiato, segretario provinciale della Cisl Fp. I due candidati non erano volti nuovi: dopo essere stati bocciati alla prova scritta hanno deciso di riprovarci. Ammessi al colloquio orale, «sono stati ritenuti idonei al precariato ma non al posto fisso» commenta Lubiato.

Il direttore Antonio Rizzato
Il direttore Antonio Rizzato

«A meno che non si voglia che l’Ipab abbia solo precari o membri delle cooperative, la situazione non si spiega» continua Lubiato, sottolineando come l’ossatura debba essere pubblica e il precariato contrastato, non incentivato.

«Spesso molti operatori del settore lasciano le rsa per andare negli ospedali, se quei pochi che ritornano vengono resi precari, non si arriva da nessuna parte. E che servizio viene offerto all’utenza fragile?».

Anche l’assessore ai servizi sociali Sandro Marangon scuote la testa. «Se prima si era battuta la strada per un tempo indeterminato, non si capisce perché ora si vada in un’altra direzione».

L’assessore già precedentemente aveva invitato il Cda - nominato dalla precedente amministrazione - a dimettersi. Marangon si augura che «ci sia quanto prima un Cda scelto dalla nostra amministrazione, con una linea politica in sintonia con noi». 

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