"Case comunali: ora le controlliamo una a una"
VENEZIA. "Nel nostro Comune non esiste una situazione come quella degli alloggi pubblici a Roma. Ma adesso abbiamo cominciato a controllare le carte, una per una. E tra un mese renderemo pubblico il risultato di questo lavoro". Luigi Brugnaro in veste di ospite televisivo. Alla trasmissione «La Gabbia» di La7 interviene e dialoga da par suo sulle opere d’arte con Vittorio Sgarbi («Alla fine Klimt non lo venderemo, ma ricordatevi che prima vengono le persone»), sulle case e l’utero in affitto con il conduttore Gianluigi Paragone e gli altri ospiti. È la prima apparizione in una tivù nazionale dopo l’intervento in diretta a Radio Capital e lo scambio di battute un po’ violente con i conduttori. Stavolta il sindaco è più prudente. Ma non rinuncia a esprimere il suo pensiero con semplicità ed efficacia. «Sull’utero in affitto ho già detto, lo considero una vergogna, un crimine», attacca, «cosa diversa sono i diritti per le coppie omosessuali». Sulle case popolari: «Quando sono stato eletto sindaco, nel luglio scorso», racconta, «ho trovato una situazione che andava presa per mano. Adesso stiamo controllando i contratti. Ma la stragrande maggioranza sembrano regolari, non sono emerse cose clamorose». La novità annunciata da Brugnaro è la creazione di un database dove inserire tutti i dati disponibili e poterli incrociare con le altre amministrazioni. Un modo per controllare se chi occupa l’alloggio ne ha davvero i titoli, se le sue dichiarazioni dei redditi sono regolari, se non si tratta invece di occupazioni abusive». «Un database fino ad oggi non esisteva in Comune», dice Brugnaro, «è uno strumento fondamentale per sapere quali sono le nostre proprietà e come le possiano usare». Il Comune metterà in vendita a breve una parte del suo patrimonio con diritto di prelazione per gli inquilini. Le proprietà di Ca’ Farsetti ammontano a circa 5500 alloggi di edilizia popolare, senza contare i circa 4500 dell’Ater, l’ex istituto autonomo Case popolari. Ma la gran parte degli alloggi comunali (circa 3300 su 5500) sono case Erp, cpstruite con i fondi dell’Edilizia regionale pubblica. Esono stati assgenati in base a criteri diversi. Per annullare un contratto di affitto, ad esempio, è necessario che il nucleo familiare che lo occupa denunci un reddito complessivo «non superiore a 130 mila euro». Regole datate, che però impediscono un controllo e un ricambio degli assegnatari degli alloggi. Adesso, Brugnaro lo ha annunciato anche in tv, il Comune intende cambiare la politica della residenza e della gestione del patrimonio immobiliare pubblico. Le case potranno essere date in affitto anche a famiglie con reddito medio. Come le ultime, appena inaugurate, dell’Opera pia Coletti a Cannaregio. Riservate a chi percepisce un reddito tra i 20 e i 74 mila euro.
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