Case chiuse e cantieri aperti
SPINEA. Spuntano ancora palazzine dietro ai nuovi condomini. “Edifici come funghi” verrebbe da dire citando un vecchio, e a Spinea sempre attuale adagio. Ma le nuove costruzioni, da poco “accantierate” tra Orgnano e il Villaggio dei fiori, crescono proprio alle spalle della nuova piazza di Santa Bertilla che, però, non riesce a popolarsi.
Nella città invece più densamente popolata del Veneto dopo Padova i funghi sono, come nel villaggio dei puffi, case che restano vuote, vuoi per la congiuntura economica che colpisce le famiglie, vuoi per la crisi del mercato immobiliare. Eppure costruire rende ancora. Non si spiega altrimenti l’avvio dei lavori di tre nuove palazzine a quattro piani, nell’area compresa tra i condomini ancora vuoti di Santa Bertilla e il Rio Cimetto. Della novità si discute in città dopo l’apertura del cantiere edile. Nella piazza reale (vuota) e in quella virtuale di Facebook (affollatissima) tutti tuonano contro l’ennesima colata di cemento in città. «La città continua a espandersi ben oltre le esigenze abitative dei suoi abitanti», dice il capogruppo M5S Massimo De Pieri, «quello in cui pecca sono i servizi».
Il sindaco Silvano Checchin allarga le braccia: «Signori miei», afferma, «quello è un piano regolatore del 2003, normale che, data l’autorizzazione, il privato costruisca. Chi glielo può negare adesso?». Il sindaco dunque rimanda ai padri dei vecchi progetti urbanistici, che avrebbero dovuto prevedere l’andazzo, nonostante allora la crisi non fosse prevedibile. A Spinea però c’è chi lancia l’allarme: «Sempre più condomini, sempre più vuoti: avremo nuovi quartieri fantasma e una città ancor più desolata».
Filippo De Gaspari
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia