Case Ater, nuovi affitti alle stelle Una petizione contro la norma

La raccolta di firme è stata promossa da Patrizia Pensa. «Queste regole illogiche» I presidenti della Municipalità di Venezia e Marghera: «Gli inquilini sono furiosi»
Interpress/Mazzega Pellicani Venezia, 22.07.2014- Sede ATER Venezia .-
Interpress/Mazzega Pellicani Venezia, 22.07.2014- Sede ATER Venezia .-

«Considerare in 20mila euro di Isee il tetto massimo per poter continuare ad abitare negli alloggi pubblici è una legge che metterà in strada interi nuclei famigliari e contribuirà a regalare gli alloggi pubblici al mercato turistico». Patrizia Pensa, veneziana, residente in una casa popolare dell’Ater in zona Rio Novo «sgarrupata e vetusta», come la definisce, ha deciso di lanciare una petizione su Change. org contro gli aumenti previsti dai nuovi contratti di locazione dell’Edilizia residenziale pubblica sulla scorta della legge regionale che rivede i termini e i criteri in base ai quali sono calcolati. Il suo canone è passato da 128 euro a 329. «Un articolo della Costituzione Italiana dice che i risparmi dei cittadini vanno tutelati, ecco perché ho lanciato online questa petizione che mi è venuta di getto», spiega. «L’Ater e i politici che hanno votato questa legge mettono le mani in tasca ai poveri pensionati che risparmiano e ai lavoratori dipendenti», prosegue. «Sono una precaria storica del comune di Venezia licenziata a 60 anni, ancora in graduatoria, senza ammortizzatori sociali. Lavoro sotto cooperativa a part-time e prendo 550 euro al mese, Ater calcola il mio canone rifacendosi ai redditi di due anni fa. Vogliono che ce ne andiamo, ecco la verità». Si legge nella petizione: «Trovo che questa legge votata all’unanimità in Consiglio regionale del Veneto sia una legge ingiusta a scapito non solo del Comune di Venezia ma di tutto il Veneto. Chi non ha 20 mila euro di Isee in un anno? Solamente chi può lavorare in nero, i furbi e gli abusivi. I lavoratori dipendenti e i pensionati che vivono solo del loro stipendio e pensione, hanno i propri risparmi conteggiati due volte proprio perché detratti dal loro stipendio: una sulla dichiarazione dei redditi presentata e la seconda sull’Isee. È giustizia e onestà verso il cittadino? » . Scrive la donna: «L’affitto dovrebbe essere conteggiato sul netto della busta paga e non sul lordo, perché con quello si vive, e i figli fino ad una certa età dovrebbero essere esonerati dal calcolo del cumulo dei redditi proprio per concedergli di prepararsi ad una vita». Da qui l’appello: «Aiutatemi ad abrogare questa legge ingiusta ed assurda». È un disagio che riguarda tutti i residenti nelle case ater, in centro storico e in terraferma. Solo pochi giorni fa il presidente della Municipalità di Venezia, Andrea Martini, aveva spiegato di essere sommerso da richieste di aiuto dei residenti. È un problema che conosce bene anche Gianfranco Bettin, presidente della Municipalità di Marghera. «La Municipalità di Marghera è presa d’assalto in questi giorni», spiega Bettin, «da centinaia di residenti nelle case Ater che hanno avuto aumenti dell’affitto dell’appartamento di edilizia pubblica dell’ordine di parecchie centinaia di euro in più. Alcuni residenti ci hanno riferito che con i nuovi criteri è addirittura a rischio anche l’assegnazione dell’appartamento. Delle persone si son viste recapitare importi importanti. Si è passati così dai 40 euro che pagavano fino a 350- 400. Si tratta di cifre che molti nuclei famigliari non riescono proprio a pagare. Alcune persone ci hanno raccontato che vengono calcolati per stabilire gli affitti anche i Tfr di una vita di lavoro appena liquidati. La nostra Municipalità è fra le più esposte al problema e per questo chiediamo che venga bloccata la nuova normativa che coinvolge nel nostro territorio migliaia di persone ». —

Alessandro Abbadir

Marta Artico

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