Case ancora inagibili, sfollati in hotel, polemiche sui danni

Danni ingenti alle abitazioni invase dal fango a San Donà ed Eraclea. A Caorle lastre di marmo sradicate dal vento
SCATTOLIN - DINO TOMMASELLA - ERACLEA - ALCUNE CASE DI VIA PASCOLI IN LOCALIT' REVEDOLI SGOMBERATE NELLA NOTTE. LAVORI DI PULIZIA IN QUELLE LIBERE DALL'ACQUA. ALTRE ANCORA SOTTO ACQUA
SCATTOLIN - DINO TOMMASELLA - ERACLEA - ALCUNE CASE DI VIA PASCOLI IN LOCALIT' REVEDOLI SGOMBERATE NELLA NOTTE. LAVORI DI PULIZIA IN QUELLE LIBERE DALL'ACQUA. ALTRE ANCORA SOTTO ACQUA

SAN DONA'. La paura non è ancora finita, anche se il Piave si è ritirato come previsto, pur lentamente, nel suo alveo. San Donà, Noventa, Eraclea, il litorale, stanno tornando alla normalità anche se i danni sono ingenti e i disagi continueranno per le tante famiglie evacuate dalle loro abitazioni, nella località di Ca’ Memo a Noventa, poi in via Tiro a Segno e lungo l’argine a San Donà, nella zona del Revedoli di Eraclea.



Una sessantina di persone che ancora non possono rientrare nelle loro abitazioni se non per prendere qualche vestito, borse, qualche soldo, magari i gioielli o i preziosi. E provare a pulire lo strato di fango che il fiume ha rilasciato sui pavimenti. I danni subiti sono molto elevati e ci vorrà tempo per riprendersi.

BOTTA E RISPOSTA. A San Donà le cinque famiglie di via Tiro a Segno, in tutto una dozzina di persone, si sono lamentate per i tempi e la cadenza degli avvertimenti da parte del Comune con la protezione civile. Ma il sindaco, Andrea Cereser, non è d’accordo: «Domenica sera c’è stato il primo avviso, probabilmente qualcuno ha sottovalutato gli esiti e il progredire della piena. Chi non ha vissuto il dramma dell’alluvione del 1966 non ha ben presente cosa possa fare il Piave in determinare condizioni climatiche».

Il multisala Cristallo, cinema che si trova sotto il ponte della Vittoria, è stato invaso dall’acqua e resterà chiuso qualche giorno per le pulizia dal fango. Le due abitazioni successive in via Lungo Piave superiore sono ancora sotto controllo, ma i residenti non vi possono tornare. Il Piave, sempre a Passarella, è arrivato quasi a lambire la sommità della bilancia da pesca dell’avvocato Luca Pavanetto, realizzata al piano rialzato da palafitte metalliche come prevedono a ragione le nuove normative di sicurezza.

Ad Eraclea, una delle zone che si è rivelata più a rischio, restano ospiti di una struttura ricettiva messa a disposizione dal Comune gli altri sfollati, una trentina di persone tra via Pascoli e il canale Revedoli. Anche loro hanno tentato di rientrare nelle abitazioni, una decina, invase dal fiume in piena. Hanno trovato uno spesso strato di fango e acqua ad attenderli.

Molti hanno cercato ospitalità da parenti e amici, una quindicina sono stati una notte a Ca’ Manetti sulla brande, assistiti dai volontari della Caritas e dall’associazione locale In Cammino con Maria, per poi essere trasferiti presso l’albergo trovato dal Comune a Eraclea Mare. L'organizzazione, con il sindaco Mirco Mestre, la polizia locale e i volontari della protezione civile, è stata ineccepibile. Un’altra notte fuori, con la speranza che oggi almeno si possa finalmente tornare a casa.

Black out a Portogruaro. La città del Lemene si è scoperta improvvisamente fragile. Un temporale improvviso, infatti, ha provocato un altro black out, il secondo in tre giorni, lungo il rione di viale Trieste, alla Beata Maria Vergine. In alcuni casi le linee erano parzialmente danneggiate. Per la tensostruttura della pista di pattinaggio l'amministrazione comunale si sta muovendo, dopo aver sentito Eddi Pramparo, il presidente del Pattinaggio Gruppo Division, che ha subito un danno notevole visto che l'attività è sospesa.

Caorle conta i danni. I dipendenti del consorzio arenili hanno lavorato anche nella giornata di ieri. A Levante il molo della Madonnina, che dà sulla famosa Sacheta, ha subito la forza del vento. Alcune lastre di marmo sono state sradicate e infine messe in sicurezza.

Colpita anche Mestre. Il vento di scirocco che lunedì ha soffiato per undici ininterrotte ore ha distrutto una buona parte delle strutture della famosa remiera di San Giuliano a Mestre . Sono stati scoperchiati diversi capannoni e danneggiate delle imbarcazioni. Se non bastassero i danni provocati dal vento ci sono stati quelli dovuti all’acqua alta. Diversi pontili sono stati distrutti dall’acqua increspata della laguna. Danni per diverse decine di migliaia di euro. —

Giovanni Cagnassi Rosario Padovano

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