Casa riposo degli orrori a San Donà, la procura chiede 12 anni per Barresi per le violenze su sette anziane

L’accusa ha formulato condanne più pesanti di quelle decise in primo grado: «C’era un clima di paura e soggezione degli ospiti». La sentenza il 31 marzo

Roberta De Rossi
La casa di riposo di San Donà
La casa di riposo di San Donà

Ha chiesto condanne più pesanti di quelle decise in primo grado, la pg Paola Tonini al processo d’appello per le violenze, gli abusi, le brutalità inflitti - è l’accusa - da un gruppo di operatori socio sanitari della casa di riposo “Ai caduti di tutte le guerre” di San Donà, accusati di aver maltrattato (nel caso di un imputato, violentato) alcune pazienti nel “reparto viola”. Anziane e anziani che avrebbero dovuto accudire e invece sono stati intimiditi e aggrediti.

Le richieste in primo grado

In primo grado, la giudice per le udienze preliminari Benedetta Vitolo aveva riconosciuto gli episodi di violenza, ma solo quelli che erano stati immortalati per 15 giorni dalle microcamere installate dai carabinieri, dopo la denuncia presentata dalla figlia di una donna che aveva raccontato di sospettare che la madre fosse stata maltrattata.

La signora Lucia era morta a distanza di qualche tempo. Al processo con rito abbreviato di primo grado, il pm Andrea Petroni aveva chiesto di riconoscere il nesso di casualità tra il decesso e le violenze subite dalla donna.

Ma la gup aveva negato il punto, ritenendolo non provato al di là di ogni ragionevole dubbio. Il pm Petroni, seguendo le conclusioni del consulente medico legale, ha presentato appello. Il 3 marzo il processo in Corte.

Storia a parte è quella delle terribili violenze sessuali inflitte da Daniele Barresi a sette anziane: i carabinieri e la Procura cercavano prove di atteggiamenti violenti e si erano trovati a vedere l’orrore.

La condanna chiesta per Barresi

La magistratura era intervenuta con un arresto immediato, facendo trapelare - d’intesa con la direzione, che ha partecipato alle indagini - che l’uomo avesse dovuto allontanarsi per un grave problema di famiglia. Per lui - condannato in primo grado a 8 anni di reclusione - la procuratrice generale Tonini ha chiesto una condanna a 12 anni.

Pugni, sberle, insulti, pannoloni sporchi lanciati in faccia, insulti, minacce, piatti ritirati prima che il paziente riuscisse a mangiare sono alcuni degli episodi per i quali la pg ha invece chiesto alla Corte di condannare a 10 anni Fabio Danieli (6 quelli inflitti in primo grado) e a 8 anni di reclusione la compagna di lavoro e di vita, Maria Grazia Badalamenti (5 anni), aggiungendo l’accusa della morte provocata da quelle brutalità - a distanza di tempo - sull’anziana signora, che aveva il corpo segnato da 17 fratture.

Un anno in più rispetto ai 2 anni e 4 mesi della condanna di primo grado anche per le operatrici Margie Rosiglioni e Anna Pollazzon accusate di episodi specifici. Per loro: sia l’accusa che la difesa hanno puntato sui video. La Pg per evidenziare il clima di paura e soggezione degli ospiti; la difesa per sostenere che le due operatrici erano riprese in ruoli marginali. Le difese hanno anche sostenuto lo stress da lavoro. Parti civili la Regione, Usl 4 e Isvo.

Sin qui le richieste della Procura generale. La sentenza della Corte è attesa per il 31 marzo. 

 

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