Casa, ormai è un dramma Filippini: «Fondi limitati»

Alloggi pubblici, in graduatoria 2800 famiglie, solo 158 assegnazioni in due anni «Soldi limitati alla manutenzione». Bonzio: «Consiglio comunale straordinario»
Di Roberta De Rossi
Agostini Interpress Venezia, 20.04.2010.- I° ConConsiglio Comunale.- Nella foto l'Ass. Bruno Filippini.-
Agostini Interpress Venezia, 20.04.2010.- I° ConConsiglio Comunale.- Nella foto l'Ass. Bruno Filippini.-

Le case pubbliche occupate abusivamente nel 2013 sono 14, sette già liberate, ma in molti casi si tratta di casi sociali veri e propri, di famiglie con bambini piccoli e senza risorse, che anche una volta sgomberate devono essere comunque presi in carico dai servizi comunali, come ha spiegato l’assessore Bruno Filippini, ieri, in audizione in commissione consiliare: «La nostra tolleranza è zero, ma la crisi si fa sentire e si tratta di interventi che richiedono una risposta articolata, oltre al semplice sgombero».

Quattordici occupazioni - erano 12 l’anno scorso - sono una goccia tollerabile nelle 5 mila case del Comune, che crescono a 5.650 con quelle del demanio regionale ora gestite da Ca’ Farsetti.

Sono altri i dati che raccontano di quanto la casa sia una vera, grave emergenza: 2.800 nuclei in graduatoria Erp che hanno diritto a una casa pubblica e solo le prime 158 domande evase negli ultimi due anni, con 130 alloggi assegnati e una burocrazia pesantissima che fa passare un anno da quando la gara viene bandita alla graduatoria, quando ormai è ora di ripartire con un nuovo bando; poi, 150 sfratti privati per finita locazione al momento bloccati, ma a rischio di essere liberalizzati dal governo in ogni momento.

E a fronte di tanta “fame” di abitazioni, 500 case pubbliche (in pessimo stato) vuote, compreso un pacchetto di circa 300 in vendita, ma senza acquirenti, a fronte di 40 cedute incassando 1,7 milioni di euro. «Destiniamo tutto alle manutenzioni», osserva Filippini, «compreso il recupero dall’evasione, che è circa 1 milione di euro l’anno sui 9 dei canoni: ne abbiamo sinora recuperato il 15% circa, negli ultimi 3 anni. Ma bastano solo per le manutenzione ordinarie o di emergenza, come la caldaia che si rompe, non per le straordinarie». Poi ci sono i fondi dimezzati per i contributi all’affitto, sui quali contano oggi 2.343 famiglie: nel 2009 e 2010 il Comune ha distribuito 5 milioni di euro (con fondi propri, regionali e dello Stato), ora però i 2 milioni che metteva la Regione sono diventati 400 mila euro e con i contributi statali e comunali non si superano i 2,5 milioni di euro. Poi ci sono, invece, i furbetti che fanno la cresta sui propri redditi (con relativo canone), pur a fronte di una legge regionale che ha fissato a 107 mila euro il reddito familiare che il titolare di un alloggio (ottenuto quando aveva i titoli Erp) può raggiungere, senza dover lasciare la casa pubblica. Così - spiega l’assessore Filippini - tra i 585 titolari controllati nei redditi e le proprietà catastali nel 2013, ben 132 sono stati trovati fuori regola, con 3 abitazioni già liberate. Che fare? Critiche alla mancanza di una politica della casa forte dell’amministrazione arrivano da destra: «Non è possibile che persone restino in graduatoria perché si assegnano solo case ai casi d’emergenza», per Costalonga (FdI); «Decidiamo quali sono le priorità e investiamo davvero soldi nelle manutenzioni, magari evitando di fare rotonde che poi distruggiamo pochi mesi dopo per far passare il tram», Centenaro (Pdl). E critiche anche dal centrosinistra: «La giunta Orsoni non ha dato un segno sulla casa: social housing a Santa Marta, a Sant’Elena sono fermi», osserva il socialista Giordani; «Bisogna aggredire i bubboni come via Correnti, dove falsi poveri mettono in grave difficoltà i veri poveri», incalza Simionato (Udc); «Pretendiamo dalla Regione di modificare la legge sulla casa», sottolinea Borghello(Pd); «Serve un Consiglio comunale straordinario», domanda Bonzio (Rc). «Entro fine anno ci sarà il nuovo bando Erp», commenta Filippini, «alla Regione abbiamo già detto, come assessori veneti, che siamo contrari a qualsiasi modifica di legge che punti a “privatizzare” la gestione, che deve restare ai Comuni».

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