Casa in legno, non serve il riscaldamento
GARDIGIANO. Un edificio bifamiliare tutto in legno, disposto su due piani e che sin dall’inizio del progetto, sta seguendo l’iter per ottenere il certificato di “casa passiva”. Quest’ultimo è nato alla fine degli anni Ottanta in Germania e ora riconosciuto a livello mondiale.
La prima struttura del genere, a livello provinciale, sta nascendo in via Frattin a Gardigiano ed è stata presentata lo scorso fine settimana. Assicura il benessere termico senza una minima fonte energetica di riscaldamento interna; infatti lo stabile non ha una caldaia, neppure i termosifoni o sistemi analoghi. I committenti sono i fratelli Alessandro e Chiara Gobbo, mentre il progetto è dell’architetto di Trebaseleghe, Denis Busolin. I lavori sono iniziati a metà luglio scorso e termineranno ad aprile. La bifamiliare, ciascuna porzione di 200 metri quadrati, è definita passiva perché la somma degli apporti di calore provenienti dal sole trasmessi dalle finestre e aggiunti a quelli generati dagli elettrodomestici, sono quasi sufficienti a compensare le perdite dell’involucro durante la stagione fredda.
I costi di costruzione sono superiori del 5-8 per cento rispetto a una casa normale, perché s’investe più denaro sull’isolamento delle sei facciate: i quattro muri perimetrali, il tetto e il pavimento.
Di contro, però, si risparmia sulla bolletta: non essendoci l’allacciamento del gas, le spese saranno solo di energia elettrica. Ma ci sarà anche un impianto fotovoltaico ad alimentarlo. Per farsi da mangiare, i proprietari useranno un piano cottura a induzione ovvero si cucinerà senza fiamma, mentre il dispositivo solare termico servirà a produrre l’acqua calda. Un apposito ventilatore, collegato allo stesso fotovoltaico, garantirà il ricambio d’aria notte e giorno. Nei giorni scorsi, la giunta di Scorzè ha visitato il cantiere, oltre a dei progettisti e gli studenti di terza media di Piombino Dese. «È stata l’occasione», spiega Alessandro Gobbo, «per illustrare le tecniche di costruzione per edifici costruiti in questo modo. Siamo davanti a una struttura confortevole ma che rispetta l’ambiente; sinora le “case passive” si sono sviluppate poco in Italia».
Alessandro Ragazzo
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