Casa famiglia per disabili manca l’ok della Regione

Allarme a Noale per il futuro della comunità “Dopo di noi” inaugurata da mesi Decine di famiglie l’attendono ma l’accreditamento non è stato ancora dato

NOALE. Inaugurata a metà settembre scorso è ancora lì, aperta e funzionante ma non per lo scopo iniziale: essere una casa-alloggio per una decina di disabili. Invece la struttura chiamata “Dopo di noi” a Noale aspetta ancora di essere accreditata.

Nei giorni scorsi c’è stata una visita degli uomini dell’Usl, su incarico della Regione, e la speranza è portela sfruttare per la sua natura entro l’inizio della prossima estate.

Insomma, «un passo avanti è stato avanti», commentano la sindaca di Noale Patrizia Andreotti e l’assessore al Sociale Gianni Zen, ma si attende una risposta ufficiale in tempi rapidi, anche perché di famiglie interessate ce ne sono.

La casa sorge in via Salvo d’Acquisto, nata dopo un lavoro fatto con l’associazione genitori “La nostra famiglia”, che per 25 anni avrà in gestione il servizio. «Sono stati verificati gli standard» spiega il vice presidente del Consiglio regionale Bruno Pigozzo «e stiamo parlando di un edificio nuovo. Certo, dobbiamo sbrigarsi con i tempi e questa situazione doveva essere risolta ancora lo scorso anno, l’assessora veneta ai Servizi sociali Manuela Lanzarin aveva assicurato che si sarebbe accelerato. Invece, purtroppo, stiamo ancora aspettando».

Per arrivare ad avere l’accreditamento, servirà un passaggio alla commissione tecnica, poi in quella del Consiglio regionale e si chiude l’iter. Intanto si svolgono le normali attività de “La nostra famiglia” e non ospitare i disabili. A metà settembre 2017 c’era stata l’inaugurazione dell’edificio, eretto un po’ alla volta da quel marzo 2014 quando fu messa la prima pietra. In mezzo, 550 mila euro, tanto lavoro e solidarietà di parecchi volontari per costruirlo. Anche la scelta del terreno non era stata casuale; si era pensato nella superficie laddove sarebbe dovuto sorgere il polo tecnologico di Aprilia, l’immobile è distribuito su 500 metri quadrati, all’interno di un’area verde di 17 mila metri. Un progetto avviato nel 2010, quando a Noale c’era la giunta di Michele Celeghin, che ha dato il testimone al suo successore, Andreotti.

L’idea finale è renderla disponibile per le famiglie di Noale, Martellago, Salzano e Santa Maria di Sala, secondo un’esigenza avanzata dall’Usl 3. Gli ospiti, una decina, rimarranno nella comunità senza essere sradicati dal territorio.

«I tempi ci stanno bloccando» osserva il presidente de “La nostra famiglia” Maurizio Grespan «e, da una parte non abbiamo le impegnative, dall’altra neppure la lista d’attesa delle persone disabili». E i prossimi mesi saranno decisivi per dare loro una casa.

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