Casa di riposo nella bufera Indaga la Corte dei Conti
CHIOGGIA. Casa di riposo di nuovo nella bufera. Pochi giorni fa la notizia dei concorsi irregolari, destinati ad essere annullati, tenuti all'Ipab nel 2011, e ora l'indiscrezione di un'indagine avviata dalla Corte di Conti sulla gestione del lavoro interinale, sempre in casa di riposo, più o meno nello stesso periodo, con l'ipotesi di un danno erariale di circa 800mila euro. Torna, così, alla ribalta la polemica che, tra il 2010 e il 2012, aveva infiammato la politica chioggiotta, con pesanti accuse di gestione personalistica e reiterate richieste di dimissioni, da parte del centro sinistra, all'allora presidente dell'istituto per anziani e attuale consigliere comunale, Matteo Penzo. Quest'ultimo, che aveva ricevuto l'incarico all'Ipab dall'ex sindaco Romano Tiozzo, aveva resistito fino all'ultimo, sulle sue posizioni, e ci volle il commissariamento dell'ente da parte della Regione Veneto, a fine 2012, per rimuoverlo dalla poltrona. Ma le conseguenze di quegli scontri continuano. A fine settembre, su indicazione del Dipartimento della funzione pubblica di Roma, il cda del'Ipab ha imboccato la via dell'annullamento di tre concorsi: per due posti di responsabile di struttura, per due posti di istruttore amministrativo e per un posto di operatore di assistenza. Il motivo è che quei concorsi si sono tenuti senza seguire la procedura obbligatoria di mobilità tra enti, circostanza all'epoca segnalata dal sindacato Ugl e sottolineata dalla Funzione pubblica.
L'avvocato Maria Luisa Miazzi, di Padova, noto esperto giuslavorista, al quale l'Ipab ha chiesto una consulenza, ha confermato recentemente che l'annullamento di detti concorsi, in autotutela, è l'unica soluzione possibile. Matteo Penzo è partito, a sua volta, all'attacco, contestando che l'Ipab debba osservare quella legislazione, essendo un ente di natura diversa da comuni, province, ecc.
Inoltre, secondo Penzo, anche concorsi precedenti a quelli del 2011 erano stati fatti nella stessa maniera (ma nessuno li ha, finora, contestati, ndr) e, comunque, la colpa, caso mai, è del direttore, non del presidente. Ma, proprio mentre Penzo sosteneva la sua difesa, ha cominciato a circolare l'indiscrezione della nuova indagine per danno erariale, legato al massiccio ricorso al lavoro interinale al posto di quello delle dipendenti, tanto che, a consuntivo, la spesa effettivamente sostenuta dall'ente superava di molto quella inserita nel bilancio preventivo. «Impossibile prevedere le assenze del personale e le necessarie sostituzioni» ha sempre detto Matteo Penzo. Ma ora, a quanto pare, dovrà spiegarlo alla Corte dei Conti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia