Casa di riposo di Camponogara, sette rinviati a giudizio

L’ex sindaco Desiderio Fogarin, il figlio Nicola, due tecnici e i proprietari del terreno accusati d’abuso d’ufficio
Di Davide Massaro
Premaore : via Premaore area sottoposta a sequestro preventivo
Premaore : via Premaore area sottoposta a sequestro preventivo

CAMPONOGARA. L’ex sindaco di centrodestra Desiderio Fogarin, il figlio di questo, Nicola, il capo Ufficio tecnico del Comune, il veneziano Maurizio Bullo, la responsabile del Servizio Urbanistica, la padovana Claudia Lazzaretto, i proprietari dell’area Giuliano Masenadore e la moglie Bruna Paoletto e, infine, la rappresentante legale del Consorzio sociale Cps di Treviso Paola Mason, saranno processati per lo scandalo della casa di riposo “Anni Sereni” di Camponogara: il processo inizierà il 4 febbraio 2013.

Lo ha deciso il giudice dell’udienza preliminare (gup) di Venezia Daniela Defazio, che stabilito anche la revoca del sequestro preventivo sulle aree interessate e ha rigettato la richiesta degli ex assessori Alcide Cosmi e Pasquale Chirico di costituirsi parte civile nel prosieguo del processo e la cui posizione, dopo essere stati indagati dal pubblico ministero Francesca Crupi assieme ai compagni di giunta Danilo Ferrari, Denis Compagno, Francesco Mescalchin e Antonio Gobbin, era stata archiviata nell’indagine preliminare.

L’ex sindaco (avvocati Massimo Pavan e Riccardo Alba), il figlio di questo (avvocato Luigi De Lazzari), i due tecnici comunali - Lazzaretto (avvocati Maurizio Scattolin e Sabrina Convento), Bullo (avvocati Giovanni Coli e Alfredo Bianchini) - e gli ex proprietari dell’area di circa 19mila metri quadrati (avvocato Mariano Cavestro) sono accusati di abuso d’ufficio mentre l’architetto Bullo, anche la lottizzazione abusiva. Infine la legale rappresentante del Cps (avvocati Elio Zaffalon e Alfiero Farinea), della sola lottizzazione abusiva.

Secondo l’accusa, infatti l’ex sindaco con i due tecnici comunali avrebbe violato le norme del Piano di assetto territoriale intercomunale (Pati) in cui si prevede che la pianificazione urbanistica approvata conservi efficacia unicamente per le parti compatibili del Piano regolatore del Comune al Pati. In secondo luogo i tre avrebbero violato anche le norme che impongono ai dipendenti pubblici l’obbligo di evitare situazioni di incompatibilità e agli amministratori pubblici l’obbligo di astensione dalla discussione e dall’approvazione di delibere in presenza di un interesse propri o di quello di parenti.

Desiderio Fogarin, infatti, il 7 luglio 2008, presiedeva la giunta in cui veniva adottata, con parere favorevole di Bullo, la delibera con cui lo stesso Bullo e la Lazzaretto erano autorizzati ad effettuare prestazioni professionali per la redazione della Variante dell’area in questione su incarico di Masenadore e signora.

Variante numero 88 approvata poi dal Consiglio comunale presieduto da Fogarin, che trasformava quell’area da zona agricola in aree per spazi pubblici aumentandone il valore da 150 mila a 2milioni e 650 mila euro. Nel frattempo, tra l’altro, Masenadore aveva venduto buona parte dell’area all’immobiliare «Abitalia srl» (società costituita ad hoc nel 2008), metà della quale faceva capo alla immobiliare «Ma.ja» di cui era socio Nicola, figlio del sindaco (gli altri due, tutti al 33,3 per cento sono Maurizio Brugnoli e Flavio Volpato mentre l’altra metà era di Angelo Massaro).

In questo modo, Bullo e Lazzaretto avrebbero percepito ingiustamente la parcella per la loro consulenza da liberi professionisti pur essendosi espressi da pubblici dipendenti sulla stesso progetto, mentre gli altri avrebbero intascato l’aumento del valore del terreno venduto al Cps.

Infine, sempre Bullo assieme alla Mason è accusato di lottizzazione abusiva per aver concesso al Consorzio trevigiano l’autorizzazione a costruire in contrasto con il Pati e, in secondo luogo, con una volumetria superiore a quella prevista dalle norme, in particolare dando via libera a edificare ben 44 mila metri cubi anziché dei 25 mila previsti.

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