Casa di riposo, al processo sentiti i primi testimoni

CAMPONOGARA. È entrato nel vivo, ieri, il processo per abuso d’ufficio e per la violazione delle norme urbanistiche sulla lottizzazione nei confronti dell’ex sindaco di Camponogara Desiderio Fogarin, esponente del centrodestra, del figlio Nicola, del capo dell’Ufficio tecnico comunale Maurizio Bullo, della responsabile del Servizio urbanistica Claudia Lazzaretto, dei proprietari dell’area dove è poi sorta la casa di riposo «Anni sereni» Giuliano Masenadore e la moglie Bruna Paoletto e della rappresentante legale del Consorzio sociale Cps di Treviso Paola Mason. Davanti al Tribunale presieduto dal giudice Stefano Manduzio sono stati interrogati i primi testimoni chiamati a deporre dal pubblico ministero Francesca Crupi. Sono stati sentiti due dei firmatari dell’esposto che aveva fatto scattare l’indagine della Procura, la consigliere comunale di Sel Rosalia Tassetto e l’ex sindaco di centrosinistra Valter Mescalchin, ma sopratutto l’immobiliarista Angelo Massaro, socio al 50 per cento della «Abitalia srl» (società costituita appositamente nel 2008 e sciolta al termine dell’affare casa di riposo). L’altra metà apparteneva all’immobiliare «Ma.Ja.» di cui era socio Nicola Fogarin, figlio del sindaco di allora.
La vicenda inizia nel 2011, quando l’area lievita da un valore di 150 mila euro a due milioni e 650 mila euro grazie ad una variante del 7 luglio 2008 (diventa da zona agricola ad area per attrezzature di interesse comune) viene posta sotto sequestro a causa dell’esposto firmato da una trentina di cittadini. A guadagnarci la società di Massaro al quale, ieri, i giudici del Tribunale hanno chiesto dove sono finiti, detratte le spese dell’acquisto, i soldi che ha incassato. La risposta è stata vaga e generica, non riuscendo a sgombrare il campo dai sospetti che in questa vicenda aleggiano fin dall’inizio. Tassetto e Mescalchin, rispondendo alle domande incalzanti dei difensori, hanno spiegato perché erano contrari alla costruzione della casa di riposo in quell’area, troppo decentrata e difficilmente raggiungibile dagli anziani, ed inoltre non era prevista dal Piano di assetto territoriale intercomunale. Inoltre, hanno ribadito le loro critiche alla procedura utilizzata dalla giunta comunale di allora: il sindaco Fogarin aveva partecipato alla riunione in cui era passata la variante grazie alla quale era notevolmente aumentato il valore del terreno di proprietà anche del figlio. Inoltre, Bullo e Lazzaretto avrebbero percepito le parcelle da liberi professionisti per le loro consulenze nonostante i pareri dati anche come pubblici funzionari.
Giorgio Cecchetti
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