Casa di cura Rizzola devastata dai ladri

San Donà. Prese a picconate nella notte due casseforti e messo a soqquadro gli uffici. Bottino di appena 1600 euro
Di Giovanni Cagnassi
SAN DONA' DI P. - FAGAVANIN - SCATTOLIN - FURTO ALLA CASA DI CURA "RIZZOLA"- LA PORTA DIVELTA
SAN DONA' DI P. - FAGAVANIN - SCATTOLIN - FURTO ALLA CASA DI CURA "RIZZOLA"- LA PORTA DIVELTA

Furto alla casa di cura Rizzola, rubata una delle casseforti negli uffici amministrativi. Alle 4 della scorsa notte i ladri, un commando di almeno due o tre persone, sono entrati da una porta scassinata sul retro al piano terra e saliti fino al terzo piano dell’edificio di via Gorizia. Utilizzando un piede di porco hanno aperto una delle porte principali metalliche dell'ingresso agli uffici. Intanto, i numerosi pazienti ricoverati al piano di sotto e il personale medico e infermieristico non si sono accorti di nulla.

I malviventi hanno aperto cassetti e armadi, messo gli uffici a soqquadro, poi hanno trovato la cassaforte a muro e l’hanno scardinata a picconate. I rumori sono diventati via via più forti e rimbombavano tra i corridoi del terzo piano. Qualcuno si è svegliato. Ma quando sono arrivate le mazzate alla seconda cassaforte, anche questa divelta a picconate dal muro e poi colpita con un grosso martello utilizzato nell’edilizia, allora un’infermiera ha dato l’allarme e chiamato i carabinieri.

I ladri hanno capito di essere stati scoperti e sono fuggiti, portando via la cassaforte a muro, ma abbandonando la seconda che avrebbero voluto portare via utilizzando un carrello per il troppo peso. Quando i carabinieri sono arrivati i ladri si erano già dileguati, portando via la cassaforte più piccola e meno pesante, con circa 1600 euro in contanti. L’altra ne aveva all’interno poco di più ed è stata lasciata sul pavimento. A terra, registri, carte, documenti, anche una piccola cassa con delle monetine che non sono state però toccate.

I militari dell’Arma di San Donà hanno effettuato tutte le indagini e rilievi di eventuali impronte digitali che i ladri potrebbero aver lasciato sulla cassaforte o i mobili rovesciati.

È accorso immediatamente anche il proprietario della struttura sanitaria, il dottor Francesco Variola, assieme al personale amministrativo e altri dipendenti della casa di cura. «È la prima volta che accade un fatto simile», spiega Variola, «noi non abbiamo grandi somme custodite negli uffici, quindi non si giustifica un colpo di questa portata. D’ora in poi, comunque, intensificheremo i sistemi di sorveglianza e allarme alla luce di quanto accaduto la scorsa notte».

I pazienti della casa di cura Rizzola, ente convenzionato con l’Asl 10 che è stato fondato nel 1946 e ha una lunga storia nella sanità del Basso Piave, non si sono accorti quasi di nulla e comunque nessuno ha avuto conseguenze nè è stato in una situazione di pericolo.

I ladri hanno percorso scale e corridoi che sono separati dalle camere in cui si trovano i degenti e pertanto non vi erano rischi che potessero attraversare camere o corsie. Resta il fatto che il colpo della scorsa notte è stato sicuramente percepito come un brutto segnale che obbligherà a ripensare i sistemi di sicurezza, visto che non c’erano allarme o telecamere in quegli uffici.

I ladri potrebbero aver tenuto d’occhio i movimenti degli operatori della casa di cura nei giorni scorsi e preparato così il colpo, pensando che il gran giro di impiegati negli uffici amministrativi nascondessero un grosso giro di denaro. Invece le due casseforti contenevano solo pochi soldi proprio per evidenti motivi di sicurezza.

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