«Cartelle da 500 mila euro Giusto abolire Equitalia»
«Le persone provano rabbia e timore nei confronti di Equitalia: ora che il governo ne ha annunciato la chiusura ci attendiamo un Fisco più giusto, più equo, comprensivo anche nell’accordare la rate». Nel mirino di Carlo Garofolini, presidente di Adico, c’è il meccanismo della struttura, non le persone che vi lavorano. Ricordate quanto accaduto la scorsa settimana? Un dipendente della sede mestrina di via Torino ha pagato la spesa a un operaio con un debito di 26 mila euro per bollette non pagate, un solo stipendio di 1.200 euro, un figlio da mantenere e un affitto di 550 euro. Ma resta il fatto, a detta di molti del rapporto distorto tra il Fisco e i contribuenti debitori, mediato da Equitalia.
Una ex tabaccaia veneziana si è ritrovata con una cartella esattoriale da 500 mila euro per teorici contributi non pagati all’Ente previdenziale e alla Camera di Commercio. A due commercianti di Mira è stata richiesta la somma di 400 mila euro e a un imprenditore l’importo contestato è di 351 mila euro. Sono solo alcuni esempi di persone che si sono rivolte all’Adico dopo aver ricevuto la classica cartella di Equitalia, contenente cifre da capogiro e spesso più che raddoppiate a causa delle sanzioni comminate dall’ente di riscossione dei crediti di cui il governo ha annunciato la chiusura. Nel 2016, da gennaio a settembre, lo sportello debiti e crediti sta ha seguito 92 casi (81 veneziani) in cui i debitori si sentono, a torto o a ragione, vessati. «Di sicuro il fatto testimonia che», proseguono dall’Adico, «c’è un pessimo rapporto tra cittadini e Fisco. La cartelle riguardano soprattutto multe, contestazioni dell’Inps per mancati contributi, bolli auto, canoni tv non onorati. «Le persone che si rivolgono a noi» spiega Garofolini, «lo fanno con un misto di rabbia e di timore nei confronti di Equitalia. Contestano il tono minaccioso, le sanzioni eccessive, spesso le difficoltà nel farsi accordare le rate. Con il nostro ufficio legale abbiamo smontato molto spesso le loro pretese. Per esempio l’ex tabaccaia alla quale sono stati chiesto 500 mila euro per debiti molto vecchi ha disconosciuto in modo categorico le proprie firme sulle cartelle. E ancora, un commerciante mestrino ha ricevuto dall’Ente riscossore la richiesta di pagare una multa presa a Roma nel 2012 quando il nostro socio, che non è mai stato nella capitale, non aveva neppure l’auto». Con la riforma le posizioni debitorie non verranno cancellate dall’altro, aggiunge Garofolini, «ci attendiamo un Fisco più giusto, più equo, comprensivo anche nell’accordare la rate. Se le persone hanno dei debiti, è giusto che questi debiti vengano pagati, per carità. Ma, vista anche la difficile situazione che stiamo vivendo, serve più collaborazione da parte di tutti e bisogna superare certi meccanismi». (f.fur.)
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