Carte clonate al ristorante, quattro arresti
C’era la cameriera che copiava i codici delle carte di credito dei clienti in un noto ristorante nei pressi di Rialto; i due informatici che li riversavano sulle carte vergini; l’amico dalla bella presenza che girava i negozi del Nordest, facendo acquisti con le carte clonate. Per un totale di quasi centomila euro, è stato possibile appurare fino a oggi.
La Squadra mobile della polizia di Venezia guidata da Marco Odorisio ha arrestato quattro persone per associazione a delinquere e truffa informatica. Circa 250 le carte clonate ai turisti stranieri di tutto il mondo, di cui 40 già identificate mentre altri 200 codici devono ancora essere attribuiti alle carte, e di conseguenza ai proprietari. È scattato giovedì mattina il blitz che ha portato all’arresto dei quattro giovani amici rumeni, tutti incensurati tranne uno e residenti nello stesso appartamento di via XX Settembre, a Spinea. In carcere sono finiti Mihaela Grigoras di 26 anni (la cameriera), il fidanzato Catalin Radu Dascalu di 28 e Tudorel Tudosa che domenica ne compirà 24 (sono i due informatici) e Adrian Dobroslav di 26 (colui che di solito faceva gli acquisti).
Le indagini della Mobile sono partite quando alla polizia, alcuni mesi fa, sono arrivate le denunce dei primi turisti, britannici e americani, che segnalavano l’acquisto di prodotti in Italia con la loro carta di credito. I poliziotti hanno così individuato quello che in gergo si chiama “punto di compromissione” - dove avviene la cattura del codice alfanumerico della carta - in un ristorante del centro storico, di buon livello, nei pressi di Rialto. Quando i poliziotti hanno bussato alla porta del ristoratore, quest’ultimo è caduto dalle nuvole, perché non aveva mai avuto alcun sospetto sulla sua dipendente e di cui si fidava tanto da averla autorizzata a ricevere i pagamenti dei clienti.
Il ristoratore ha così cominciato a collaborare con la polizia, la quale nel giro di pochi giorni, è riuscita a stringere il cerchio. La ragazza aveva, nella tasca del grembiule, uno skimmer sul quale faceva passare la carte di credito dei clienti che le consegnavano la carta per il pagamento, così da copiare il codice che poi i suoi complici avrebbero riversato sulle schede vergini, dapprima bianche, e poi camuffate come vere e proprie carte di credito. Carte clonate non a caso da clienti stranieri, che così solo una volta a casa si sarebbero potuti rendere conto degli ammanchi. Spesso i tre ragazzi andavano nel ristorante dove lavorava la ragazza, le consegnavano uno skimmer vuoto e si facevano consegnare quello con i codici copiati. Giovedì mattina i poliziotti si sono presentati al ristorante, dove hanno fermato la ragazza, e dove hanno trovato uno skimmer nascosto nell’armadietto. Quando è stata smascherata la ragazza, dipendente del ristorante già da 4 anni, è scoppiata in lacrime. Nello stesso tempo i poliziotti sono interventi in via XX Settembre a Spinea. Nell’appartamento si sono trovati di fronte a un vero e proprio laboratorio per la clonazione delle carte (skimmer, programmi di duplicazione, stampanti).
E proprio quando sono entrati sullo schermo del video stavano passando i codici trafugati di una cinquantina di carte di credito mentre cinque erano già pronte per essere utilizzate. Per ciò che riguarda gli acquisti i quattro si sono sbizzarriti nei negozi di tutto il Nordest, prediligendo capi d’abbigliamento e occhiali. In un caso, in un negozio in centro a Mestre, Adrian Dobroslav aveva anche minacciato di denunciare un ottico perché gli occhiali che aveva ordinato, e che sarebbero dovuti arrivare dopo una settimana, erano in ritardo. I tre, disoccupati, si dedicavano a tempo pieno all’attività di clonazione.
È probabile, secondo gli uomini della Mobile, che i quattro si applicassero anche nella tecnica del “fishing” che permette di recuperare i codici delle carte con le quali si fanno acquisti direttamente online. «Era un gruppo autonomo e ben organizzato» spiega Odorisio «in cui ognuno aveva un ruolo preciso, per questo tra i reati contestati c’è anche l’associazione a delinquere». Quando si paga con la carta di credito, è il consiglio della polizia, mai perdere di vista la carta: piuttosto che consegnarla al cameriere è meglio farsi portare il pos per il pagamento, oppure presentarsi direttamente alla cassa.
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