Carta d’identità d’obbligo «Ma chiudete quel campo»

Panfilio, sindaco di Cona: «Non ho detto io che i profughi diventino residenti» Una circolare ministeriale prevede la possibilità dell’iscrizione anagrafica 
CONA. Parla il sindaco di Cona, Alberto Panfilio. Dopo la possibilità di iscrizione anagrafica dei 1.100 richiedenti asilo ospitati nell’ex base militare di Conetta - su eventuale richiesta della cooperativa Edeco, il primo cittadino spiega il perché dell’iscrizione.


Sindaco Panfilio, la carta d’identità ai richiedenti asilo, come mai?


«Se c’è una legge che obbliga a iscrivere anagraficamente un soggetto, noi dobbiamo procedere. La carta d’identità è la conseguenza dell’iscrizione anagrafica di un soggetto che ne ha diritto».


Qual è questa normativa?


«Una circolare del 18 maggio 2017 del ministero dell’Interno che prevede l’iscrizione anagrafica dei richiedenti protezione internazionale, dando disposizioni urgenti per l’accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto di immigrazione illegale. Assieme alla Prefettura e al Ministero abbiamo verificato l’obbligatorietà dell’iscrizione. Si parla di convivenza anagrafica e il responsabile della cooperativa, la Edeco, dichiara che i richiedenti sono residenti nella base di Conetta».


Una dichiarazione che non è arrivata.


«
Considerata la mole di lavoro che deve sopportare il mio ufficio anagrafe, con un solo dipendente, avevo dato la mia disponibilità per iscrivere cinque persone alla settimana».


Cosa cambia per un richiedente asilo avere la carta d’identità?


«È una domanda che deve essere rivolta a chi ha redatto la legge. Io come sindaco devo ottemperare, altrimenti sono passibile di denuncia per omissione di atti d’ufficio».


Crede che la carta d’identità ai richiedenti asilo serva a dare loro un riconoscimento in più?


«Dovremmo chiederlo a loro. Di fatto diventano cittadini, ma in via provvisoria: non hanno il diritto di voto o ai sussidi».


Perché in via provvisoria?


«Quando la commissione si pronuncerà, loro usciranno dalla protezione e dalla convivenza anagrafica, la cooperativa ce lo dovrà comunicare e loro saranno automaticamente cancellati dall’anagrafe, come prevede l’articolo 3 della circolare».


È per tenerli sotto controllo?


«Sì, ho fatto estenuanti lotte per non assoggettarmi all’illogicità e all’inciviltà di ciò che accade a Conetta».


Crede che i cittadini si sentano più sicuri, quindi?


«Un documento anagrafico in tasca a qualcuno non serve certo a rassicurare i miei cittadini. Sarebbero rassicurati se non ci fossero 1.100 persone abbandonate a un progetto di accoglienza fallimentare».


Conetta, con 197 abitanti, si troverebbe ad avere 1.100 abitanti in più.


«Sì, provvisoriamente, quello è un magazzino, gente che va e viene; io non ho più i mezzi per affrontare la situazione».


Vuole lanciare un appello al Governo?


«Che chiuda questa pagina indecente della nostra storia».


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