Caro gasolio e pochi aiuti da Roma, pescatori di Chioggia in sciopero per un’altra settimana
La decisione presa sabato mattina, all’indomani della grande manifestazione a Venezia. Prosegue così l’astensione dal lavoro iniziata domenica scorsa
CHIOGGIA. I pescatori di Chioggia hanno scelto: rimarranno fermi per un'altra settimana. La decisione è arrivata nella tarda mattinata di sabato, al termine di un acceso incontro che si è tenuto nella sala aste del Mercato Ittico di Chioggia. I problemi sul piatto sono quelli che si trascina da tempo un settore ormai in crisi profonda: il caro gasolio, i pochi aiuti dal Governo (è di venerdì la notizia dello sblocco di un fondo da 20 milioni per la pesca, di cui circa 1 milione arriverà nel nostro territorio), oltre ai guai naturali delle acque, ovvero mucillagine, meduse e salpe. I pescatori chiedono la possibilità di un fermo pesca straordinario, da attuare immediatamente, con un adeguato sostegno economico per i marinai che restano a casa.
Gli armatori Elio Dall'Acqua e Roberto Penzo "Tanfa” hanno relazionato ai colleghi in particolare sui fatti accaduti venerdì pomeriggio a Cesenatico alla riunione con le altre marinerie dell’Alto Adriatico. La delegazione chioggiotta, ancora indecisa sulla prosecuzione o meno dello sciopero e desiderosa di confrontarsi con il resto dei pescatori prima di decidere il da farsi, è stata insultata e minacciata da alcuni rappresentanti delle marinerie del centro e sud Italia, tanto da avere bisogno della scorta di polizia e carabinieri per tornare a casa.
Anche sabato mattina non è stato semplice mettere d'accordo tutta la marineria chioggiotta sul fermo forzato per un'altra settimana, ma alla fine la decisione è stata presa. Da lunedì tutti continueranno a rimanere in banchina, quantomeno per solidarietà con le altre marinerie dell'Adriatico.
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