Caro gasolio e pochi aiuti da Roma, pescatori di Chioggia in sciopero per un’altra settimana

La decisione presa sabato mattina, all’indomani della grande manifestazione a Venezia. Prosegue così l’astensione dal lavoro iniziata domenica scorsa

Daniele Zennaro
La riunione dei pescatori sabato mattina al Mercato ittico di Chioggia
La riunione dei pescatori sabato mattina al Mercato ittico di Chioggia

CHIOGGIA. I pescatori di Chioggia hanno scelto: rimarranno fermi per un'altra settimana. La decisione è arrivata nella tarda mattinata di sabato, al termine di un acceso incontro che si è tenuto nella sala aste del Mercato Ittico di Chioggia. I problemi sul piatto sono quelli che si trascina da tempo un settore ormai in crisi profonda: il caro gasolio, i pochi aiuti dal Governo (è di venerdì la notizia dello sblocco di un fondo da 20 milioni per la pesca, di cui circa 1 milione arriverà nel nostro territorio), oltre ai guai naturali delle acque, ovvero mucillagine, meduse e salpe. I pescatori chiedono la possibilità di un fermo pesca straordinario, da attuare immediatamente, con un adeguato sostegno economico per i marinai che restano a casa.

Gli armatori Elio Dall'Acqua e Roberto Penzo "Tanfa” hanno relazionato ai colleghi in particolare sui fatti accaduti venerdì pomeriggio a Cesenatico alla riunione con le altre marinerie dell’Alto Adriatico. La delegazione chioggiotta, ancora indecisa sulla prosecuzione o meno dello sciopero e desiderosa di confrontarsi con il resto dei pescatori prima di decidere il da farsi, è stata insultata e minacciata da alcuni rappresentanti delle marinerie del centro e sud Italia, tanto da avere bisogno della scorta di polizia e carabinieri per tornare a casa.

Anche sabato mattina non è stato semplice mettere d'accordo tutta la marineria chioggiotta sul fermo forzato per un'altra settimana, ma alla fine la decisione è stata presa. Da lunedì tutti continueranno a rimanere in banchina, quantomeno per solidarietà con le altre marinerie dell'Adriatico. 

Argomenti:pesca

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia