«Caro buoni pasto, i conti non tornano»

Scuola. Nuova iniziativa dei comitati dei genitori: «Gonfiate le cifre fornite da Romor». L’assessore: «I numeri sono questi»
Foto Agenzia Candussi/ Morsego/ Mestre, Via Palazzo/ Protesta dei genitori degli scolari per il servizio mensa
Foto Agenzia Candussi/ Morsego/ Mestre, Via Palazzo/ Protesta dei genitori degli scolari per il servizio mensa

MESTRE. Caro buoni pasto, i genitori tornano all'attacco e fanno le pulci ai “conti” dell'assessore Paolo Romor. Hanno portato i banchi di pesci realizzati per il primo aprile davanti al municipio di Mestre i comitati di genitori, consigli d'istituto e mensa del comune di Venezia, per annunciare le prossime azioni di protesta contro l'aumento del pasto scolastico dei loro figli, che frequentano primarie e scuole per l'infanzia (nel giro di un anno passato da 3.55 euro a 4.25), ma soprattutto hanno chiesto trasparenza di bilancio.

Il risultato è un ciclostilato destinato ai consiglieri comunali e in particolare alle commissioni scuola e bilancio, in cui le famiglie raffrontano i conti del commissario Zappalorto e dell'assessore Romor evidenziando le discrepanze, chiedendo che i consiglieri comunali si impegnino a portare avanti la loro causa. Il primo obiettivo dei genitori è che il sindaco rispetti la promessa pre elettorale di eliminare i ritocchi all'insù e si dicono disposti non solo a scioperi a oltranza in vista della fine della scuola, ma se necessario anche a fare una campagna di informazione tra tutte le famiglie, con l'obiettivo di boicottare il servizio di refezione comunale. Questo, in sintesi, quanto annunciato in via Palazzo dai portavoce Nicola Bon e Roberto Longo.

Per prima cosa, i genitori domandano trasparenza. «Le promesse elettorali sono state disattese, con il sindaco non abbiamo parlato ma solo ascoltato i numeri di Romor, la trasparenza dei costi resta un miraggio e la mensa sempre la “solita pasta in bianco”. Zappalorto, dopo il primo aumento di 30 centesimi, dichiarava che la partecipazione dell'utenza era pari al 59% del costo totale del servizio (esenzioni comprese). Di aumenti il commissario ne ha fatto anche un secondo di altri 40 centesimi e ha tolto la soglia del 60%. Ora Romor ci vuole far credere che il nostro ticket copre il 51,5%». Si legge nell'interrogazione delle famiglie: «Chiediamo come sia possibile che, a fronte di una maggiore spesa per la produzione annuale dei pasti di soli 55mila euro, tra quanto dichiarato dal commissario nel 2014 e quanto dichiarato dall'assessor Romor il costo totale del servizio, Iva esclusa, risulti superiore di 1.236.107 euro». Non solo: «Come si giustifica che nel 2014 la quota parte costi generali era di 424.367 euro e oggi sia di 1.699.040 euro? Cosa ci vogliono fare pagare?».

Proseguono: «Hanno gonfiato i costi amministrativi e accessori e li hanno fatti crescere di 1.236.107 euro Iva esclusa. Senza i dati gonfiati, siamo al 67% di partecipazione complessiva dell'utenza, dunque ben oltre il 60% che Brugnaro si era impegnato a ripristinare. E singolarmente il ticket copre la spesa unitaria del pasto per l'86%». E ancora: «Ci fanno pagare buchi di bilancio che hanno fatto loro, è solo una manovra per fare cassa, perché la qualità è diminuita, i dati sono gonfiati non documentati».

I primi a rispondere all'appello dei comitati di genitori, sono stati la consigliera della lista Casson Francesca Faccini, presente in via Palazzo, e la consigliera pentastellata Elena La Rocca: «La giunta sta venendo meno a un impegno preso in campagna elettorale».

L'assessore Romor, ribatte ai genitori: «I conti sono quelli che hanno fornito gli uffici che hanno fatto la somma delle spese comunali per la refezione scolastica e questo è il risultato. Sono i conti che confluiscono nel bilancio, certificato dai revisori, messo sotto la lente di ingrandimento. Risponderemo punto a punto a tutti i numeri, le cifre e i dati snocciolati dai comitati». Aggiunge: «Che in passato gli uffici fossero stati più approssimativi è possibile, ma nel momento in cui ci viene chiesta trasparenza, gli uffici verificano e approfondiscono tutte le voci, ad esempio, prima l'Iva non veniva conteggiata. Se i numeri non piacciono, mi spiace ma non possiamo cambiarli».

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