Carnevale, mezzo milione di presenze
Tante grazie soprattutto al sole, che ha protetto la festa senza distrarsi (quasi) mai; grazie al titolo ecumenico e invogliante - il cibo - che ha autorizzato indigestioni di frittelle e galani senza sensi di colpa; grazie a chi ci ha creduto davvero, dalla Biennale, con le iniziative per i ragazzi, alla Fenice, al Goldoni, ai musei civici la cui collaborazione è servita ad allargare e allungare il Carnevale come una fisarmonica.
Diciotto giorni di iniziative, circa 500 mila presenze, di cui quasi 50 mila in Arsenale, 11 giorni di spettacoli in Piazza San Marco con 12 ore di programmazione al dì, 300 artisti coinvolti, 250 giornalisti accreditati. E ancora: una media di 2,4 notti di media per soggiorno. Non tantissimo. Un budget di un milione e mezzo di euro di cui il 60 per cento coperto dagli sponsor e il 40 per cento da Vela. Pochino, considerato che il Carnevale di Venezia - portato nelle sedi giuste e con relativo upgrading - dovrebbe avere la coda di finanziatori privati fuori dalla porta.
Così va in archivio l’edizione 2015 del Carnevale, quella senza sindaco, senza Ballo della Cavalchina, senza grandi polemiche e anche senza grandi brividi ma con qualche colpo ben assestato come l’Arsenale vestito a festa e il volo dal campanile di Giusy Versace, eroica e bellissima ragazza che corre dove vuole anche senza gambe.
Comprensibilmente soddifatti gli organizzatori, l’amministratore unico di Vela, Piero Rosa Salva, il direttore generale Vincenzo Monaco e Fabrizio D’Oria della direzione Comunicazione ed Eventi. «È stato un Carnevale andato ogni previsione, malgrado i timori della vigilia non solo per la situazione della città a livello politico ma anche per il clima di allerta dopo gli attentati di Parigi», ha spiegato Rosa Salva alla conferenza stampa conclusiva del Carnevale. « Le presenze e la partecipazione, invece, ci confortano e gratificano le scelte compiute in sede di programmazione».
Al suo quinto Carnevale consecutivo (sul sesto ancora non c’è certezza) e in procinto di partire per Milano per l’Expo, il direttore artistico Davide Rampello rilancia: «Ciò che mi ha spinto e guidato in questi anni è stato l’impegno di valorizzare l’anima di Venezia. Il Carnevale a Venezia era ed è particolare perché era connaturato storicamente dentro alla vita normale della città. Oggi più che mai bisogna valorizzare i patrimoni che insistono in questa città, tra le più formidabili del mondo».
Lima di qua, aggiusta di là, anche il Carnevale 2015 è riuscito ad arrivare alla fine. «Questo doveva essere il nostro obiettivo: a tutti ho chiesto di essere assieme, di fare rete, di interpretare e lavorare sul tema che veniva proposto», ha detto ancora Rampello. «Questo è stato l’inizio di una ricucitura, un’opportunità che consente di coinvolgere tutta la città e il risultato è stato ottimo visto che quest’anno avevamo nella programmazione Fenice, teatro Goldoni e teatro Stabile, Musei Civici e Archivio di Stato».
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