Carne, pesce e ortofrutta cominciano a scarseggiare

Problemi anche per le pizzerie: mancano mozzarelle e pomodorini del Sud Ristoranti in difficoltà con i prodotti freschi. All’ingrosso spariscono le gerbere

10di Simone Bianchi

Iniziano a scarseggiare i primi prodotti alimentari sugli scaffali di negozi e supermercati. L’effetto dei numerosi blocchi di tir attuati nel Paese, in particolare al Sud, si sta ripercuotendo sulla consegna di frutta, verdura, carne e pesce. Per contro, c’è chi ne sta approfittando aumentando deliberatamente i prezzi, mentre è già iniziata una sorta di corsa agli acquisti per fare scorte in casa. C’è infatti chi si sta premunendo, comprando qualche pacco in più di biscotti, cracker, prodotti in scatola o carni e salumi sottovuoto, temendo il peggio nei prossimi giorni.

Ortofrutta. E’ uno dei settori più colpiti dal blocco delle merci. Dal Sud non arrivano, o arrivano a singhiozzo, arance, mandarini e zucchine. Tanto per dire, ieri al mercato all’ingrosso di Chioggia erano state consegnate solo mele e patate. Mancanza di prodotto confermata anche dal supermercato Pam di Corso del Popolo a Mestre, dove da alcuni giorni sono alle prese con consegne ritardate per lo sciopero degli autotrasportatori.

«Mancano completamente gli agrumi dal Sud – conferma dal mercato ortofrutticolo di Mestre, Giancarlo Sega – Abbiamo esaurito le scorte anche per altri prodotti che giungevano dalla Puglia e confidiamo nelle zucchine in arrivo forse già domani da Latina. Quel che non manca sono i prodotti locali come il radicchio, le patate e le cipolle, ma tutta questa storia ha finito per favorire i prodotti di importazione, soprattutto spagnoli. Se non si sblocca qualcosa, però, entro fine settimana ci troveremo con ben pochi riserve». Al centro Le Barche tutto è ancora sotto controllo. «Per il momento le nostre attività non sono state toccate da questa emergenza – dice Francesco Giusto – molti dei negozi si affidano a corrieri che non hanno aderito ai blocchi». Ma, certo, la situazione non potrà reggersi così ancora a lungo.

Carni. «Da venerdì scorso siamo in preallarme nella zona di Chioggia – spiega il delegato di Confcommercio, Alessandro Da Re – già ieri è stata piuttosto poca quella consegnata ai vari esercizi, e non si sa come andrà nelle prossime giornate visto l’aria che tira».

Pesce. Questa è forse la nota più dolente tra quelle che riguardano i consumatori. Al problema della consegna del pesce con l’autotrasporto, va infatti aggiunta da ieri anche la protesta che sta caratterizzando il settore pesca nella zona di Chioggia. Da oggi neppure i pescherecci di Caorle usciranno in mare per protestare contro il caro carburanti. «Finora la merce è stata grosso modo disponibile, ma ad esempio i gamberi rosa di Sicilia non si vedono da giorni – sottolinea dal Mercato ittico del Tronchetto, Renzo De Palma – se proseguirà il blocco tra Chioggia e Caorle, potrebbero sparire dai banchi anche sogliole, calamari e seppie tipiche della pesca nostrana».

Pane. Tutto tranquillo almeno in questo settore, come assicura il presidente dell’associazione panificatori Paolo Stefani. «Al momento non risultano ritardi nelle consegne delle farine e tutte le attività lavorano regolarmente». Nella zona di Mirano non c’è però traccia di farina di kamut, ma da Confcommercio motivano la cosa con una carenza di prodotto che non deriva dal blocco dei tir.

Pizzerie. Anche queste attività sono in difficoltà dal momento che non c’è modo di rifornirsi di mozzarella fresca (va consegnata entro 24 ore) e pomodorini, prodotti base per la pizza. Oltretutto, questi ultimi sono andati alle stelle, e molte attività hanno rinunciato ad acquistarli. Problemi anche nei ristoranti di pesce, dove da stasera si rischia di non trovare più prodotto fresco.

Fiori Nelle fiorerie al momento si trova quasi tutto, ma all’ingrosso non ci sono più gerbere, lilium, ginestre e altri fiori recisi che arrivavano dalla Sicilia. A salvare il settore saranno tuttavia Spagna e Olanda, dalle quali non mancheranno di arrivare i carichi nelle prossime ore.

Le preoccupazioni. La Coldiretti lancia l’allarme sul rincaro dei prezzi, con il consiglio al pubblico di rivolgersi ai mercati agricoli per avere almeno tre vantaggi: acquistare un prodotto di stagione, locale e quindi fresco, rispettare l’ambiente e risparmiare almeno il trenta per cento. In provincia ci sono circa una ventina di mercati ortofrutticoli.

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