Cardiologia di Mirano tra le prime in Italia per vene e arterie

Per anni è stato un vero riferimento per la sanità veneta e non solo, e ancora oggi il reparto di Cardiologia dell’ospedale di Mirano continua ad eccellere in Italia. La conferma è arrivata infatti ieri dai dati elaborati dal Gise, la Società italiana di cardiologia interventistica, che hanno inserito il reparto miranese della Usl 3 Serenissima al sesto posto nella classifica nazionale per volumi di procedure eseguite, sull’insieme dei vasi sanguigni nella loro articolazione tra maggiori e minori. Ma, soprattutto, è risultata prima in Italia come ospedale pubblico.
«La nostra Cardiologia», sottolinea il primario Salvatore Saccà, «è un servizio capace di garantire elevati standard qualitativi. Penso alla Emodinamica con cui continuiamo l’attività a 360 gradi di diagnostica e interventistica coronarica, ma anche alla diagnostica e interventistica vascolare periferica e carotidea. Affrontiamo anche le urgenze vascolari, sia ischemiche che emorragiche, che la chirurgia tradizionale non riesce a trattare, eseguendo sia rivascolarizzazioni sia embolizzazioni selettive dei vasi responsabili di emorragie. Per quanto riguarda l’Elettrofisiologia garantiamo impianti di pacemaker e defibrillatori, e il trattamento della fibrillazione atriale con crioablazione e ablazione con radiofrequenza. Nei casi di angina refrattaria, alla terapia medica e alla rivascolarizzazione coronarica, aggiungiamo l’inserimento di uno stent in una vena cardiaca, in modo da aumentare la pressione nei capillari del cuore. Usiamo questo metodo quando non è possibile rivascolarizzare per una malattia coronarica troppo grave».
I dati elaborati dal Gise fanno riferimento all’attività svolta nell’arco del 2018, e disponibili a oggi. In tutto alla Cardiologia di Mirano sono state garantite 2.300 procedure tra diagnostica e interventistica, di cui 1.773 di coronarica.
Per l’Elettrofisiologia, tra impianti e sostituzioni di pacemaker, questo servizio ha eseguito 315 procedure a cui si aggiungono 80 interventi tra impianti e sostituzioni di defibrillatori. Più 60 ablazioni di fibrillazione atriale e 450 casi trattati (180 in reperibilità) di infarto. Un reparto che ha raggiunto questa importante posizione in classifica anche per i 416 interventi a livello vascolare e carotideo. E poi, non va dimenticato che la Cardiologia dell’ospedale di Mirano dà risposte pure per quanto riguarda l’ictus. «Le cause dell’ictus» spiega il primario, «sono molteplici e pertanto le terapie per contrastarlo sono diverse. Nel caso della fibrillazione atriale eseguiamo l’ablazione dell’aritmia; nei pazienti con controindicazione alla terapia anticoagulante eseguiamo la chiusura transcatetere dell’auricola sinistra (sede delle fonte di emboli). Recentemente è stata potenziata con l’attivazione di una nuova sala di emodinamica equipaggiata con un moderno angiografo che permette di ottenere immagini subito integrabili con Tac ed ecografie del paziente, per tecniche terapeutiche più precise; eseguire gli esami somministrando una minore dose del mezzo di contrasto o con una ridotta emissione di radiazioni potenzialmente dannose. —
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