Cardiochirurgia, promossa la sinergia

Aumenta il numero di pazienti, diminuiscono i costi. All’Angelo eseguiti 867 interventi, azzerate le fughe da Mirano
Di Marta Artico

Più pazienti a fronte di costi minori e una mortalità pari quasi a zero. Se un anno fa quando la Cardiochirurgia di Mirano è stata assorbita dalla Cardiochirurgia dell'Ospedale di Mestre, c'era chi paventava fughe di pazienti, dati e cifre, a dodici mesi di distanza, dicono il contrario. Ed anzi confermano la bontà della scelta. A snocciolare i numeri ieri pomeriggio all'Angelo, il primario della Cardiochirurgia di Mestre, Domenico Mangino assieme al primario della Cardiologia di Mirano, Salvatore Saccà, i quali hanno illustrato i dati dell'attività delle rispettive Unità Operative, le modalità messe in campo, le ricadute sull'utenza e la piena soddisfazione dei pazienti. Con loro il direttore generale dell'Ulss 12 Veneziana e dell'Ulss 13 di Mirano, Giuseppe Dal Ben.

Numeri. Da quando, il primo settembre 2015, la Cardiochirurgia di Mestre ha assorbito l'attività di Mirano, sono stati ben 186 i pazienti dell'Ulss 13 operati a Mestre, comprendo il fabbisogno complessivo. «Questi utenti del Miranese», ha spiegato il primario Mangino, «hanno costituito il 20% circa dell'attività della Cardiochirurgia dell'Angelo, che da settembre 2015 ad agosto 2016 ha compiuto in totale 867 interventi, nel 2014 erano stati 604».

Rafforzamento. L'Unità Operativa della Cardiochirurgia di Mestre si è rafforzata: operano quotidianamente in più, rispetto ad un anno fa, tre cardiochirurghi e due tecnici perfusionisti. All'Angelo è stata da subito attrezzata ed attivata la terza sala operatoria con incremento dell'attività, da 11 interventi programmati alla settimana a 15 interventi, a cui si sommano le urgenze. Gli 8 posti letto della Terapia Intensiva Cardiochirurgica sono stati esclusivamente dedicati alla Cardiochirurgia.

Sinergia. Il primario sottolinea la positiva sinergia creatasi tra i due poli ospedalieri: «Mirano e Mestre dialogano in videoconferenza e con questo sistema i pazienti con patologie cardiologiche accolti all'Ospedale di Mirano vengono visitati in seduta congiunta dai medici di Mirano e quelli di Mestre. Cardiologi e dai cardiochirurghi, quindi, valutano insieme, in tempo reale, a quale tipo di intervento sottoporre il paziente. Si aprono poi due possibili percorsi: l'opzione per l'intervento cardiochirurgico conduce il paziente alla nostra Cardiochirurgia di Mestre, quando invece si evidenzia la necessità di un intervento di emodinamica, ad operare è la Cardiologia di Mirano, guidata dal dottor Saccà».

Fughe. I pazienti che da Mirano hanno scelto di farsi operare in altre strutture, sono stati ridotti a zero. Nel 2014 quando la Cardiochirurgia di Mirano operava in modo indipendente, su 180 e passa pazienti di Mirano, in 70 per il loro intervento cardiochirurgico si erano rivolti a strutture di un'altra Azienda sanitaria (e di questi 70 utenti, 28 avevano scelto proprio l'Ospedale dell'Angelo); nel periodo settembre 2015-agosto 2016, invece, i miranesi operati in Cardiochirurgie diversa da quella di Mestre sono 4.

Mirano. Per la seconda opzione, quella che prevede un intervento di emodinamica, il paziente si ferma all'Ospedale di Mirano, dove continua ad operare a pieno ritmo la Cardiologia. «Confermando in pieno i numeri fatti registrare negli scorsi anni», spiega il Primario Salvatore Saccà, «la Cardiologia di Mirano è intervenuta nell'ultimo anno (settembre 2015-agosto 2016) su più ben più di duemila pazienti: 2288 sono stati gli interventi di emodinamica, e più della metà delle procedure svolte, cioè 1432, sono interventi di angioplastica coronarica, periferica e carotidea».

Un lavoro reso possibile grazie alla collaborazione con la Cardiochirurgia dell'Angelo che ha affiancato “in standby” l'Emodinamica a Mirano: mentre il cardiologo emodinamista interviene viene sempre allestita una sala operatoria con due cardiochirurghi, un perfusionista e uno strumentista, pronta ad entrare in azione in caso di complicazioni.

Riabilitazione e mortalità. Commentando con soddisfazione i risultati, il direttore generale Dal Ben ha anche annunciato che è allo studio un potenziamento del percorso riabilitativo all'interno dell'Asl metropolitana che utilizzi e sviluppi Noale. Tra le note positive, il successo degli interventi cardiochirurgici, che viene misurato ogni anno dall'Agenas, che si occupa di analizzare i dati. Su 231 interventi alle valvole, la mortalità nel 2014 è stata dello 0,8 per cento, su 184 interventi di by-pass coronarico, la mortalità è stata pari a zero. Frutto di una èquipe giovane, cresciuta negli anni, che ha affinato le tecniche ed esegue moltissimi interventi.

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