Carabinieri in Comune indagine su Giusto

Il capogruppo della Lega delegato alle Tradizioni e alla voga è accusato di aver nascosto il suo ruolo di coordinatore delle remiere. Rischia il falso in atto pubblico
Giovanni Giusto e Luigi Brugnaro a una manifestazione venetista
Giovanni Giusto e Luigi Brugnaro a una manifestazione venetista

VENEZIA. Carabinieri in Comune, negli uffici di Venezia, inviati dalla Procura della Repubblica di Venezia per richiedere e acquisire atti e documenti relativi agli incarichi e alle possibili incompatibilità del capogruppo della Lega in consiglio comunale, Giovanni Giusto, già nominato dal sindaco Luigi Brugnaro consigliere delegato alle Tradizioni e alla voga veneta. Il segretario generale del Comune, Silvia Asteria, si sarebbe impegnata a fornire in breve tempo alle autorità le carte richieste per le opportune verifiche.

Conflitto di interessi. Nel mirino dell’indagine con l’apertura del fascicolo da parte della Procura, per verificare presumibilmente se sussista il possibile reato di falso in atto pubblico, sarebbe in particolare il ruolo di presidente del coordinamento delle remiere, ricoperto fino a pochi mesi fa - quando Giusto si è dimesso dall’incarico - che sarebbe in contrasto con la carica di consigliere comunale e in particolare di consigliere delegato proprio all’attività delle remiere. Perché sarebbe proprio lui, nella sua veste istituzionale a contribuire a far elargire dal Comune e in particolare da società partecipate direttamente interessate, come Vela, fondi e finanziamenti alle società. A sollevare il problema è stata in particolare una dettagliata lettera anonima inviata in Procura, e anche da consiglieri comunali come Ottavio Serena e Renzo Scarpa che avevano già presentato interpellanze legate al doppio ruolo di Giusto, come aveva fatto anche il consigliere dei 5 Stelle, Davide Scano.

Delega alla voga, Giusto verso la rimozione

No comment di Giusto. Richiesto di fornire commenti sulla vicenda, ieri il consigliere Giusto non ha rilasciato dichiarazioni. Quando era emersa la vicenda della lettera anonima - inviata anche al sindaco, agli assessori e a tutti i consiglieri comunali, e di cui si era discusso brevemente anche in giunta, con Luigi Brugnaro che aveva ribadito la propria fiducia nel consigliere delegato, Giusto aveva commentato in modo sbrigativo. «Non mi tocca proprio, non mi interessa, evidentemente l’invidia è tanta. Contano i fatti, quello che facciamo per le società remiere, non le accuse o le calunnie». Sta di fatto che nel modello di dichiarazione di altre cariche presso enti pubblici o privati e degli incarichi con oneri a carico della finanza pubblica dei titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione e di governo - che Giusto ha dovuto compilare nei confronti del Comune, in quanto consigliere delegato - “consapevole delle sanzioni previste in materia in caso di dichiarazione mendace”, aveva dichiarato di non ricoprire cariche presso enti pubblici o privati. Se pertanto la sua carica di presidente del coordinamento delle remiere, ricoperta già da consigliere delegato, risultasse incompatibile, il capogruppo della Lega rischierebbe appunto l’apertura di un procedimento penale a suo carico.

Le interpellanze. A presentare interpellanze nei confronti di Giusto erano stati i consiglieri del Movimento 5 Stelle Davide Scano e Flavio Berton, che chiedevano conto appunto della sua incompatibilità come presidente delle remiere, delle commesse ricevute da Vela e degli spazi e delle imbarcazioni che fanno capo alla Città metropolitana, che continuerebbero a essere occupati anche nel nuovo ruolo. Simili le interpellanze nei confronti di Giusto, di Serena e Scarpa, consiglieri del Gruppo misto.

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