Carabinieri in azione chiusi tre laboratori-lager

Blitz a Cavarzere. Impianti fuori norma, assenza di sicurezza, condizioni igieniche terribili: ci lavoravano 30 cinesi, denunciati i responsabili, multe per 30 mila euro

CAVARZERE. Chiusi tre laboratori cinesi in condizioni igieniche pessime. L’intervento è stato effettuato dai militari del Nucleo carabinieri Direzione territoriale del lavoro di Venezia, comandati dal maresciallo Fabio Ricco, in collaborazione con la stazione dei carabinieri di Cavarzere. Due laboratori si trovavano in località Martinelle, un terzo in via Passetto. Si tratta di capannoni, uno adibito anche a residenza, in condizioni precarie: impianti elettrici fuori norma, nessun sistema di prevenzione antincendio, ma soprattutto sporcizia e fatiscenza dei locali. Una situazione, dunque, non conforme alle normative in materia di igiene e sicurezza.

All’interno dei capannoni sono stati trovati topi, scarafaggi, segno evidente di mancanza di pulizia, i bagni versavano in condizioni pessime. In ciascuno dei laboratori, due erano tessili e uno calzaturiero, lavoravano circa una decina di persone. I cinesi erano tutti regolari, nessuno di loro clandestino, ma i tre rappresentanti dei laboratori sono stati denunciati. Adesso dovranno pagare una sanzione pecuniaria ciascuno di circa 10mila euro e mettersi a norma.

I sequestri preventivi sono avvenuti la scorsa settimana, ora è arrivata la conferma da parte dell’autorità giudiziaria. Evidenti le condizioni di lavoro in quelli che i carabinieri hanno definito una sorta di “lager”. Tra l’altro è probabile che qualcuno si portasse al lavoro anche bambini perché sono state ritrovate biciclettine, giochi e stendini per la biancheria. Nel laboratorio calzaturiero poi, sono stati recuperati materiali infiammabili, vernici, mastici, che non possono essere tenute all’interno di strutture chiuse senza avere certificazioni e permessi, vista la pericolosità.

I carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro comandato dal maresciallo Ricco, compiono diversi blitz e vanno a colpo sicuro, proprio perché conoscono le sedi. Dall’inizio dell’anno i sequestri a cavallo tre le province di Venezia, Treviso e Padova sono stati già una ventina. Le condizioni dei laboratori pressoché tutte uguali. L’intento del comando è quello di fare in modo che si mettano in regola e osservino le norme vigenti, anche perché spesso fanno lavorare gli operai con contratti part-time di qualche ora al giorno che invece è tutt’altro, sottraendo lavoro alle aziende sane del territorio. Adesso dovranno sanare i laboratori e pagare le multe. Marta Artico

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