Carabinieri al campo nomadi Presi Massimo e Mauro Braidic

Rintracciati nelle abitazioni di via del Granoturco: il primo deve scontare due anni e 11 mesi, il secondo tre mesi meno, dopo la condanna per associazione a delinquere finalizzata ai furti nel Nord Italia
Di Carlo Mion
- Massimo Braidic
- Massimo Braidic

FAVARO. I carabinieri li hanno trovati nelle loro abitazioni del nuovo villaggio sinti di via del Granoturco. I due fratelli Braidic, Massimo e Mauro, rispettivamente di 24 e 32 anni, si aspettavano la visita dei carabinieri dopo la condanna per associazione a delinquere finalizzata ai furti. Condanna rimediata al termine del processo relativo all’operazione “Astra” dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Mestre che aveva portato in carcere, nel 2011, una decina di persone diverse delle quali di etnia sinti e che vivono nel nuovo campo di via del Granoturco. Massimo Braidic deve scontare due anni e undici mesi, mentre il fratello Mauro due anni e otto mesi.

L’operazione venne chiamata “Astra”, dal modello dell’auto usata nel primo furto compiuto dalla banda a Cavarzere nel settembre 2010. Un anno dopo gli arresti. I numeri parlano chiaro sulla forza criminale della banda. Una settantina i colpi ricondotti al gruppo: venti ai danni di rappresentanti orafi e una cinquantina i furti in appartamento in tutto il Nord Italia, per oltre un milione di euro di bottino. Trenta le misure cautelari disposte dalla gip Marchiori, su richiesta della Procura: 19 persone in carcere, 3 agli arresti domiciliari, 5 obblighi di dimora e tre di firma. Tredici i veneziani coinvolti, 9 residenti al villaggio sinti di via del Granoturco. L'organizzazione era professionale: gli «anziani» specializzati nel derubare rappresentanti orafi, i più giovani (quattro minorenni) a farsi le ossa nei furti in abitazioni di tutto il nord Italia, dal Veneto alla Lombardia, dal Trentino al Friuli. Gli uomini a fare i colpi, donne e ragazzi impegnati nei pedinamenti delle vittime. Nomadi di etnia sinti con cittadinanza italiana i ladri, italiani di Marghera, Brescia e Bergamo i tre ricettatori.

L’inchiesta aveva portato a 30 misure cautelari, delle quali 4 nei confronti di un 17enne e tre neo 18enni (disposte dalla Procura per i minori) e 22 con custodia cautelare: 19 persone in carcere e 3 agli arresti domiciliari, oltre a cinque obblighi di dimora e tre di firma. Un'inchiesta che sollevò anche molte polemiche politiche - del tutto al di là della volontà degli investigatori - dal momento che gli arrestati (tranne i tre ricettatori) sono stati fermati nel villaggio sinti di via Vallenari, anche se solo 9 risultavano lì residenti. Niente capi nella banda, ma gli anziani a coordinare il lavoro dei più giovani, tutti legati da rapporti di parentela o vincoli stretti di amicizia. Sei le abitazioni perquisite, sulle 38 di via del Granoturco dove venne arrestata l'intera famiglia Braidic, compreso quel Gaetano volto ufficiale della comunità sinti nelle interviste.

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