Carabinieri accusati di lesioni. Nove anni per avere giustizia

Finalmente la sentenza d'Appello per i due militari accusati da un immigrato di insulti razzisti e percosse. "Pesantissimo vivere con quest'accusa sapendo di essere innocenti"
DOLO Il nigeriano Obanor Lucky Orobosa, oggi quarantenne, residente a Fiesso, aveva raccontato che i due carabinieri che l’avevano fermato per un controllo lungo la Brentana, dopo averlo investito di insulti razzisti, erano arrivati a picchiarlo, fino a spaccargli in faccia la paletta d’ordinanza. 
 
I due militari si sono sempre difesi ribadendo di essere stati loro gli aggrediti, tanto da aver arrestato l’uomo per resistenza a pubblico ufficiale, spiegando che le ferite al volto se le era procurate da solo, dimenandosi e andando a sbattere contro la portiera dell’auto aperta.
 
 Ora, dopo nove anni di indagini, processi e tempi lunghi della giustizia, è arrivata anche in Appello l’assoluzione (come già in primo grado, nel lontano 2013) per Teodoro Laconca e Carlo Sanna, i due carabinieri della stazione di Dolo, accusati di lesioni, ingiurie con l’aggravante della discriminazione razziale, falso e calunnia. Una sentenza giunta dopo una lunga camera di consiglio, in tarda serata.
 
 «Finalmente è finita questa situazione per loro pesantissima: la pressione di vivere ingiustamente con una spada di Damocle sulla testa, sapendosi innocenti», commenta l’avvocato Marrone.
 
 I fatti risalgono al 14 maggio 2008, quando i due militari all’altezza del ristorante “La Posta” sulla Brentana fermano una Ford Fiesta. Stando ai carabinieri, il nigeriano era solo in automobile e avrebbe subito opposto resistenza al controllo, fino a diventare aggressivo; mentre l’extracomunitario ha sostenuto che con lui c’era un connazionale e che, una volta in auto, era stato insultato e malmenato dai militari.
 
 Secondo le accuse, Sanna lo avrebbe colpito alla faccia con la paletta d’ordinanza, urlandogli “sporco negro", fino a spezzarla. Quindi nella relazione con la quale lo denunciavano per resistenza avrebbero ricostruito falsamente l’accaduto.
 
 La paletta, però, con il numero di matricola uscita quella sera dalla caserma di Dolo, è stata ritrovata integra. In primo grado la giudice sara Natto aveva così respinto la richiesta di condanna a 3 anni per Sanna e 2 anni e 6 mesi per Laconca avanzata dal pubblico ministero Giovanni Zorzi, che era ricorso in appello.
 
 A quattro anni da quell’assoluzione con il comma secondo, è arrivata quella in secondo grado: i giudici della Corte d’appello hanno creduto ai due carabinieri di Dolo. Non hanno aggredito né insultato il nigeriano, che avevano fermato per un controllo. 

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