Carabinieri a Mestre di giorno, rapinatori e assassini a Napoli in ferie: due ergastoli
MESTRE. Il gup del Tribunale di Nola ha inflitto l’ergastolo a due ex carabinieri per una rapina con inseguimento e sparatoria nel Napoletano avvenuta lo scorso anno e che ebbe un bilancio di un morto e nove feriti. Jacopo Nicchetto, 34 anni di Chioggia, e Claudio Vitale, 41 anni, in servizio all'epoca dei fatti al Battaglione Carabinieri di Mestre, sono stati condannati per omicidio, tentato omicidio plurimo e rapina.
I carabinieri li individuarono a poche ore di distanza dalla rapina come autori del fatto e i vertici dell'Arma li sospesero subito dal servizio. La sentenza del gup conferma la ricostruzione dell’accaduto fatta dalle indagini delegate proprio ai carabinieri, che si sono anche costituiti parte civile.
La rapina avvenne il 25 marzo di un anno fa ad Ottaviano, in un supermercato della catena Etè; mentre era in corso, dall’interno qualcuno fece scattare l’allarme e così arrivò una pattuglia. Ne nacque un inseguimento e un conflitto a fuoco che coinvolse, tra l'altro, il figlio del titolare del supermercato e alcuni dipendenti, i primi a mettersi in auto e ad inseguire i rapinatori.
Scene da Far West, dunque, nelle strade di Ottaviano, culminate con un incidente che fermò l’auto dei rapinatori, una Lancia SW. Durante la sparatoria fu colpito il figlio del titolare del market, Jacopo Prisco, 29 anni, che morì in ospedale per le ferite riportate all’addome. Nel conflitto a fuoco rimasero ferite altre nove persone, di cui due in maniera grave. Pure Nicchetto e Vitale rimasero feriti nella sparatoria: il chioggiotto fu ricoverato con un proiettile incastrato nella natica destra, il napoletano con una frattura delle ossa nasali.
I due militari, che il giorno della rapina erano liberi dal servizio, appartenevano al quarto battaglione dei carabinieri, di Mestre, con sede in viale Garibaldi. Stando alla ricostruzione fatta dai carabinieri di Napoli, i due, subito sospesi dall’Arma, avrebbero sparato, dopo la rapina e l’inseguimento, per evitare il linciaggio da parte dei figli del proprietario del supermarket.
La notizia del tragico fatto di sangue e l’arresto lasciarono senza parole gli ex colleghi del battaglione e coloro che a Chioggia conoscevano Nicchetto. Tra l’altro gli inquirenti non esclusero che i due, spesso in congedo assieme proprio come il mercoledì della rapina, fossero responsabili di altre rapine, non solo in Campania ma anche in Veneto.
Dalle indagini compiute dagli inquirenti, venne fuori, infatti, che entrambi avevano difficoltà economiche. Vitale, inoltre, come emerse dopo l’arresto, circa due anni prima era stato trasferito da Napoli al Battaglione Veneto di Mestre perché era stato accertato che frequentasse pregiudicati della zona vesuviana. Uno spostamento che, nell’obiettivo dei vertici dell'Arma e nell’ottica di non perdere un elemento, avrebbe dovuto impedirgli di frequentare quelle stesse persone.
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