Capretta si salva, sgozzato il resto del gregge

Proveniva dall’isola della Certosa: è riuscita a fuggire dall’allevatore che doveva ucciderla

VENEZIA - Una capretta che vagava sperduta, di sera, lungo la strada dei Vivai, salvata dai carabineri chiamati da alcuni passanti. Salvata in extremis perché, come altre 17 “sorelle”, era destinata alla macellazione. Clandestina. Il piccolo gregge, come hanno appurato le indagini dei militari di Legnaro, era stato affidato a un allevatore di Zero Branco (Tv): si tratta di una parte delle caprette catturate nell’isola di Certosa a Venezia e salvate dall’abbattimento grazie alle associazioni animaliste. In particolare gli animali erano stati affidati a Claudio Pelizzato, presidente nazionale dell’associazione Gurdie cinofili.

A sua volta l’associazione aveva trovato alcuni allevamenti disposti a ricoverare le caprette. Fra questi quello di Z. M., sessantenne di Zero Branco, che ha fatto comunella con il trasportatore di animali R.G., sessantacinquenne di Scorzè (Ve): dopo aver preso gli animali in custodia, con il divieto assoluto di abbatterli, i due hanno invece pensato di venderle.

Gli acquirenti andavano all’allevamento e la capretta designata veniva “giustiziata” sul posto, tramite sgozzamento. Ma come sono arrivati i carabinieri all’allevatore e al suo amico? La capretta salvata a Saonara, senza non poche difficoltà da parte dei carabinieri che se la sono dovuta vedere con un animale tutt’altro che persuaso a lasciarsi catturare, aveva la targhetta identificativa pinzata all’orecchio: da quella i carabinieri sono risaliti al servizio veterinario dell’Usl 12 di Venezia. E da qui, poi, è stata ricostruita la storia della bestiola e delle sue compagne, dalla cattura nell’isola di Certosa, all’allevamento di Zero Branco.

Quando i carabinieri si sono presentati da Z. M. l’uomo, per giustificare il fatto che nel suo allevamento non c’era più manco una capra di quelle affidategli, ha esibito la denuncia di furto presentata qualche giorno prima ai carabinieri della locale stazione. Ma il comandante di Legnaro Giovanni Soldano, fiutando l’inghippo, non ha interrotto le indagini. E ha scoperto che la capretta ritrovata a Saonara era scappata da un camion che doveva fare una consegna in paese di alcuni animali. Autista di quel camion era R. G., l’amico dell’allevatore di Zero Branco.

E così si è chiuso il cerchio: la triste verità è che le 17 caprette sono state sgozzate, macellate e vendute. Stessa sorte sarebbe toccata alla superstite del gregge scappata a Saonara, destinata a un cliente del posto. Ora l’animale è stato affidato a una famiglia che si è impegnata ad accudirla. Per Z. M. e R. G. sono scattate le denunce per simulazione di reato e macellazione clandestina.

Elena Livieri

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