Capannone abusivo da demolire

Chioggia. La struttura alta 19 metri, dove lavorano decine di persone, costruita senza permessi
Di Diego Degan

CHIOGGIA. Ventiduemila e ottocento metri cubi di capannone da abbattere in Val da Rio: i controlli comunali sugli abusi edilizi continuano a mietere vittime “importanti”, almeno dal punto di vista delle dimensioni. Dopo il caso del magazzino, nei pressi del mercato ittico, sanzionato con ventimila euro di multa per non aver eliminato le opere abusive realizzate, ora l’ordinanza di abbattimento ha colpito di nuovo una struttura produttiva: un capannone di base 24 metri per 50, con altezza di 19 metri, realizzato dalla società Cienneci srl nella zona portuale di Val da Rio. La ditta in questione lavora nel settore del rimessaggio e riparazione di mezzi navali e, in quel capannone, da qualche mese, hanno trovato posto parecchie decine di addetti alla cantieristica.

Il guaio è che la struttura è stata costruita senza autorizzazioni edilizia e ambientale. Così, infatti, ha rilevato, il 19 gennaio scorso, un controllo dei tecnici comunali che hanno notificato, il giorno stesso, alla ditta la contestazione dell’abuso. La ditta si è difesa presentando alcune osservazioni. La prima, di aver comunicato l’inizio dei lavori. Ma il Comune ha controdedotto che tale comunicazione non costituisce titolo edilizio e riguarda solo opere temporanee, della durata massima di 90 giorni, mentre il capannone in questione, ancorato con pilastri di sostegno imbullonati a una fondazione in cemento armato, non ha le caratteristiche della provvisorietà; la seconda osservazione, la possibilità di realizzare, in zona con vincolo ambientale, strutture «di lieve entità» della durata massima di 120 giorni, è stata respinta perché le dimensioni del capannone non lo possono far considerare «lieve»; la terza, che torna sul termine di 90 giorni, non è stata accettata perché, secondo il Comune, quel termine era già stato superato al momento del controllo; altre due osservazioni, per la proroga dei termini oltre i 90 giorni e la sospensione del procedimento repressivo, secondo il Comune, non sono previste dalla normativa vigente. Dunque nessuno scampo per la Cienneci che dovrà demolire (salvo ricorso al Tar) il capannone entro 90 giorni a propria cura e spese e, se non lo farà, si vedrà notificare l’ormai nota sanzione da 20mila euro e l’avvio della procedura di acquisizione delle opere abusive al patrimonio comunale.

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