«Capanne senza autorizzazioni: il Comune faccia in fretta, senza balneazione il Lido chiude»
VENEZIA «È fondamentale che la stagione balneare possa partire nei tempi e nei termini previsti. Il Comune deve accelerare e fornire le necessarie autorizzazioni prima che sia troppo tardi». È l'appello del presidente della Municipalità, Danny Carella, che raccoglie le richieste dei gestori degli stabilimenti del Lido, quanto mai in difficoltà e a poco più di due settimane dalla possibile apertura dei primi ombrelloni. «La balneazione è il solo vero settore produttivo che è rimasto a questa isola», prosegue Carella. «Attira clienti e può dare ritorni anche in futuro. Se non arriveranno nei tempi le certificazioni, allora potremo anche chiudere baracca e restarcene tutti a casa».
Ed è infatti un autentico conto alla rovescia quello che stanno facendo i gestori degli stabilimenti balneari, in attesa delle autorizzazioni del Comune per poter partire con i lavori propedeutici alla nuova stagione, ma per molti ancora bloccati. «Siamo già fuori dai termini, perché chi ha in concessione le spiagge più grandi, avrebbe dovuto iniziare i lavori in marzo», sottolinea Mario Campagnaro, presidente del Consorzio balneari lidensi. «Invece c'è chi non si fida a fare nulla, dal momento che non sa cosa potrebbe succedere. In questo modo non sono in stand-by solo i lavori di preparazione degli arenili con le capanne, ma anche gli ordini ai fornitori, i gestori dei servizi di ristorazione e le assunzioni di personale».
Ogni anno, infatti, il Comune deve rilasciare il permesso a costruire le capanne, rimesse in loco per la nuova stagione.
In ballo ci sono le concessioni di compatibilità paesaggistica, quindi le autorizzazioni vere e proprie per garantire le aperture degli stabilimenti. «Nel febbraio scorso in Comune ci avevano detto che era tutto pronto, poi si è inserita la Procura e sono arrivati anche i sequestri delle capanne, ma dei nostri documenti non si è saputo nulla», aggiunge Campagnaro. «Mi aspetto che dall'incontro in Procura con il prosindaco Romor e i tecnici dell'Edilizia, previsto mercoledì, emerga qualcosa di sostanziale. Non sappiamo come muoverci e serve chiarezza. Non si capisce l'intervento della Procura, della quale ci attendevamo semmai a posteriori qualche segnalazione».
Nelle scorse settimana, 80 capanne erano state poste sotto sequestro dalla Procura e poi dissequestrate dal Tribunale della libertà.
Intanto gli stabilimenti hanno ottemperato alle demolizioni richieste. «Ci troviamo in questa situazione anche a causa della mancanza del nuovo Piano degli arenili, e lo deve fare Ca' Farsetti», conclude il presidente del Consorzio balneari lidensi. «Se la Procura dovesse indicare che per le capanne serve un permesso a costruire in spiaggia, allora sarebbe la fine. Dipende dalle interpretazioni che verranno date, ma in quest’ultimo caso sarebbe impossibile aprire per i tempi necessari ad avere simili permessi».
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