Caos confini demaniali «La soluzione è vicina»
JESOLO. Linee di confine del Demanio, soluzione in vista per 200 immobili lungo la costa, tra cui 150 strutture ricettive che ancora temono di perdere la proprietà privata.
L’assessore all'urbanistica, Otello Bergamo, assieme al rappresentante dell’Aja, Associazione jesolana albergatori, Alessandro Rizzante si è recato a Roma per discutere la questione dei limiti dell’area demaniale ridefinita nel 2002 a seguito dell’attivazione del Sistema Informatico Demaniale (S.I.D.). Allora, il Consorzio Generale di Informatica (Co.Gi.), per conto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del ministero dell’Economia e delle Finanze, venne incaricato di effettuare il rilievo.
Secondo le mappe catastali, alberghi, case e giardini di proprietà privata, ma anche proprietà comunali, si trovavano nell’area demaniale, quindi non più proprietà privata. La verifica interessa a Jesolo 202 immobili, di cui 30 edifici che invadono la vecchia linea demaniale e i rimanenti quella nuova, poi 3141 unità abitative o terreni, 1690 persone fisiche e circa 150 strutture ricettive. Ci sono stati molti ricorsi e l’ interessamento dell’amministrazione che ha portato alla sentenza del tribunale di Venezia dell’ottobre 2015. Sono state stabilite tre diverse linee: una prima linea del 1907 e tracciata a seguito di delimitazione, una seconda linea che deriva da una vendita effettuata dallo Stato nel 1910, posta più verso il mare rispetto a quella sopra indicata e che risulta essere stata recepita in sede di impianto del catasto terreni nel 1930 e una terza linea che è quella risalente intorno all’anno 2000 tracciata dal Co.Gi. e corrisponderebbe a quella tracciata nel 1907 per la quale non è stata considerata la vendita del 1910. Proprio a seguito di quest’ultima delimitazione, quella del 2000, molti frontisti hanno visto ridotta la propria proprietà privata a vantaggio dell’area demaniale, con l’avvio di un contenzioso concluso con la sentenza del Tribunale di Venezia che ha riconosciuto e accolto la domanda di accertamento di inesistenza di qualsivoglia diritto di proprietà pubblica demaniale sui beni. Manca però l’ atto ufficiale da parte dell’Agenzia del Demanio.
«L’incontro a Roma presso il ministero è servita proprio per mettere assieme le parti interessate e chiedere una accelerazione dell’iter per cui venga riconosciuta», ha detto Bergamo, «l’inesattezza del calcolo della linea del 2002 che, come è stato accertato, si basava come partenza da un faro che non esiste più perché abbattuto durante la seconda guerra mondiale. Il faro, cioè il punto di partenza di demarcazione eseguito nel 2000 dal Cogi si basava su un altro faro distrutto nella guerra». La soluzione, dunque, dovrebbe essere formalizzata il mese prossimo.
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