Caos Canal Grande, si bloccano le merci

Dure accuse dei trasportatori che annunciano lo stato di agitazione. «Tanta confusione, serve un limite unico di velocità»
Di Alberto Vitucci

«Limite di velocità unico, a 8 chilometri orari per tutti. Per mettere ordine nei canali ed evitare i sorpassi. E un nuovo Piano del Traffico, che sia fatto da gente competente che sa cosa vuol dire girare in barca». Sul caos Canal Grande i trasportatori annunciano lo stato di agitazione e un blocco di rifornimento merci. «Dalla morte del turista tedesco non è cambiato nulla», dicono a una voce i rappresentanti della categoria Massimiliano Brusato e Emiliano Ghira, «il traffico acqueo non è diminuito, anzi. In compenso siamo stati sommersi di ordinanze e provvedimenti che ci rendono la vita difficile».

Un’emergenza che si ripropone in questi giorni di avvio della nuova stagione turistica. I passaggi sotto il ponte di Rialto sono in continuo aumento. E i provvedimenti annunciati dal Comune (cinque ordinanze e il nuovo regolamento) modificano le norme ma non riducono il numero di barche. Un traffico incrementato dall’aumento dei turisti, dall’afflusso di visitatori e dall’esplosione di alberghetti e Bed and breakfast. Che si espande in luoghi «finiti» (i canali), causa moto ondoso ed erosione, e adesso anche di incidenti. Le categorie che lavorano sull’acqua difendono il loro territorio e si oppongono a riduzioni dei passaggi. Così tutto va avanti (quasi) come prima.

L’atto di accusa dei trasportatori della Confartigianato riguarda soprattutto la gestione degli ultimi anni e i controlli. «Abbiamo pacchi di ordinanze che cambiano continuamente e annullano i contenuti precedenti», dice Brusato, «per gli operatori, ma anche per gli uffici comunali e i vigili è difficile districarsi. I risultati sul fronte della sicurezza poi sono pari a zero». «Sarebbe come se un’équipe di medici curasse un malato dando medicine senza prima sapere qual è la malattia». Anche per i controlli, i trasportatori chiedono che la politica imbocchi una strada coraggiosa. «Il sistema Argos non garantisce imparzialità, e poi controlla solo i singoli, non è omologato», dice il presidente di Confartigianato Gilberto Dal Corso, «basta con il pressapochismo». La protesta aumenta, e nelle prossime ore i trasportatori si riuniranno in assemblea per decidere quali azioni intraprendere.

La situazione, ripetono, va peggiorando. Non ci sono pontili per scaricare nella zona di Rialto, e i lavori agli imbarcaderi Actv hanno peggiorato le cose. Le aministrazioni poi non intervengono e penalizzano proprio il trasporto merci, che dicono invece di voler privilegiare. L’ultimo Piano del Traffico, quello del luglio 1997, prevedeva la precedenza da dare al servizio pubblico e al trasporto merci. Ma in questi vent’anni il numero delle imbarcazioni, soprattutto a uso turistico (taxi e noleggio) è andato aumentando.

E la quantità di barche registrate nelle zone critiche (Ferrovia, Rialto e Bacino San Marco) è andata aumentando. I gondolieri chiedono sia rispettata la tradizione, dando precedenza alle barche a remi. I motoscafisti rivendicano il diritto al lavoro e ai «liberi spostamenti». I piloti del servizio pubblico plaudono al nuovo regolamento del Comune. «Finalmente», dice Nevio Oselladore, «si è data la precedenza al servizio pubblico su chiunque, anche sulle gondole. È bene che la magistratura metta gli occhi su questi fatti. venezia è stata lasciata per anni in mano ai pirati dei mari, senza regole. E nessuno ha mai voluto affrontare il problema. Eppure, bastava introdurre il Gps: ma non si è mai fatto».

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