Caos Canal Grande, si bloccano le merci
«Limite di velocità unico, a 8 chilometri orari per tutti. Per mettere ordine nei canali ed evitare i sorpassi. E un nuovo Piano del Traffico, che sia fatto da gente competente che sa cosa vuol dire girare in barca». Sul caos Canal Grande i trasportatori annunciano lo stato di agitazione e un blocco di rifornimento merci. «Dalla morte del turista tedesco non è cambiato nulla», dicono a una voce i rappresentanti della categoria Massimiliano Brusato e Emiliano Ghira, «il traffico acqueo non è diminuito, anzi. In compenso siamo stati sommersi di ordinanze e provvedimenti che ci rendono la vita difficile».
Un’emergenza che si ripropone in questi giorni di avvio della nuova stagione turistica. I passaggi sotto il ponte di Rialto sono in continuo aumento. E i provvedimenti annunciati dal Comune (cinque ordinanze e il nuovo regolamento) modificano le norme ma non riducono il numero di barche. Un traffico incrementato dall’aumento dei turisti, dall’afflusso di visitatori e dall’esplosione di alberghetti e Bed and breakfast. Che si espande in luoghi «finiti» (i canali), causa moto ondoso ed erosione, e adesso anche di incidenti. Le categorie che lavorano sull’acqua difendono il loro territorio e si oppongono a riduzioni dei passaggi. Così tutto va avanti (quasi) come prima.
L’atto di accusa dei trasportatori della Confartigianato riguarda soprattutto la gestione degli ultimi anni e i controlli. «Abbiamo pacchi di ordinanze che cambiano continuamente e annullano i contenuti precedenti», dice Brusato, «per gli operatori, ma anche per gli uffici comunali e i vigili è difficile districarsi. I risultati sul fronte della sicurezza poi sono pari a zero». «Sarebbe come se un’équipe di medici curasse un malato dando medicine senza prima sapere qual è la malattia». Anche per i controlli, i trasportatori chiedono che la politica imbocchi una strada coraggiosa. «Il sistema Argos non garantisce imparzialità, e poi controlla solo i singoli, non è omologato», dice il presidente di Confartigianato Gilberto Dal Corso, «basta con il pressapochismo». La protesta aumenta, e nelle prossime ore i trasportatori si riuniranno in assemblea per decidere quali azioni intraprendere.
La situazione, ripetono, va peggiorando. Non ci sono pontili per scaricare nella zona di Rialto, e i lavori agli imbarcaderi Actv hanno peggiorato le cose. Le aministrazioni poi non intervengono e penalizzano proprio il trasporto merci, che dicono invece di voler privilegiare. L’ultimo Piano del Traffico, quello del luglio 1997, prevedeva la precedenza da dare al servizio pubblico e al trasporto merci. Ma in questi vent’anni il numero delle imbarcazioni, soprattutto a uso turistico (taxi e noleggio) è andato aumentando.
E la quantità di barche registrate nelle zone critiche (Ferrovia, Rialto e Bacino San Marco) è andata aumentando. I gondolieri chiedono sia rispettata la tradizione, dando precedenza alle barche a remi. I motoscafisti rivendicano il diritto al lavoro e ai «liberi spostamenti». I piloti del servizio pubblico plaudono al nuovo regolamento del Comune. «Finalmente», dice Nevio Oselladore, «si è data la precedenza al servizio pubblico su chiunque, anche sulle gondole. È bene che la magistratura metta gli occhi su questi fatti. venezia è stata lasciata per anni in mano ai pirati dei mari, senza regole. E nessuno ha mai voluto affrontare il problema. Eppure, bastava introdurre il Gps: ma non si è mai fatto».
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