Caorle, pescatore e cuoco sorpresi con 40 grammi di eroina
CAORLE. Ha destato scalpore e sconcerto la notizia dell’arresto di due persone incensurate con l’accusa di spaccio di droga, eroina destinata al mercato locale. Si tratta di D.W., 38 anni di professione pescatore; e G.G., 47 anni, cuoco. Abitano entrambi in paese e sono persone conosciute nei rispettivi campi. L’automobile su cui stavano viaggiando, una Fiat Punto, è stata fermata dai carabinieri sul tratto di rettilineo che collega Duna Verde e Porto Santa Margherita, all’altezza del Lido di Altanea. Sono stati sequestrati 40 grammi di eroina e strumenti utilizzati per la pesatura e la lavorazione dello stupefacente.
Il pubblico ministero Annita Sorti non ha fissato alcuna udienza per direttissima, ha firmato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Per loro dunque si sono aperte le porte del Castello, a Pordenone.
La strategia difensiva dei loro avvocati punterà sul fatto che in precedenza il pescatore e il cuoco non erano mai incappati in problemi con la legge, visto che la loro fedina penale è immacolata. Anzi lo era.
L’arresto è avvenuto nel tardo pomeriggio di martedì, ad opera dei carabinieri del Norm di Portogruaro, che hanno agito in stretta sinergia con i colleghi della stazione di Caorle.
I militari avevano notato quella macchina, la Fiat Punto, mentre procedeva verso Caorle, e hanno cominciato a inseguirla. Chi la guidava si era perfettamente accorto che dietro c’era una gazzella dei carabinieri e ha cominciato ad agitarsi. Poi è scattato il blitz. Dopo aver mostrato patente e libretto, come da prassi, i due ragazzi avevano perfettamente capito che i carabinieri avevano notato il loro nervosismo, ingiustificato per un controllo stradale normale. «A questo punto ve lo devo dire, tanto prima o poi lo avreste scoperto da soli», ha confessato uno di loro, poco prima che i carabinieri decidessero di perlustrare la macchina da cima a fondo. Dal portaoggetti è spuntata la droga: c’erano ben 40 grammi di eroina.
I due caorlotti hanno spiegato di fronte agli inquirenti di aver recuperato la droga a Mestre, ma non hanno ancora risposto alla domanda sull’identità del loro pusher di riferimento, che a questo punto graviterebbe nella ricca galassia della terraferma.
Il pm Sorti ha disposto la custodia cautelare proprio per “convincere” i due a parlare e a raccontare tutto. A casa i carabinieri hanno recuperato un bilancino di precisione, sostanze da taglio e confezioni, piene di metadone.
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