Caorle, madre di due figli sfrattata costretta a dormire in auto

L’accorato appello della donna che ha un lavoro fisso ma non ce la fa più: «I bimbi vivono nella piccola casa di mia mamma, io sto in macchina»

CAORLE. Bollette da pagare, due figli a carico da sfamare e un unico stipendio: a F.P. 34 anni di Caorle non rimane molto per potersi permettere anche un affittoe così dorme in auto. Una storia che si ripete all'interno della piccola comunità di Caorle che, negli ultimi anni, ha visto aumentare in maniera esponenziale le richieste di aiuto e di sostegno al comune e soprattutto agli assistenti sociali, da parte di famiglie o soggetti come questi che non arrivano più a fine mese. Manca il lavoro, manca la casa, i soldi non bastano mai, ed è per questo che, F.P. adesso lancia un appello ai suoi concittadini perché, chi può, le dia una mano.

«Posso ritenermi fortunata ad avere un lavoro» dichiara la signora, «ma questo non mi basta per mantenere anche un affitto perciò sono costretta ad alloggiare da mia madre, anche lei in affitto in un appartamento molto piccolo dove, per lo meno, posso far stare dignitosamente i miei due figli. Io, però, la sera sono costretta a dormire in macchina perché non c'è posto per tutti e questa situazione si protrae ormai da aprile». Precedentemente era in affitto in una casa di proprietà dell'Azienda Generali, ma poi ha subito lo sfratto per morosità ma continua a pagare un mutuo per le opere di ristrutturazione compiute prima. «Purtroppo sono impossibilitata a guidare e comunque aumentare le distanze con il mio posto di lavoro significherebbe aumentare anche le spese del carburante, perciò non ho potuto accettare una delle case in Brussa messe a disposizione dal Comune e tantomeno un appartamento propostomi da un privato ad Ottava Presa.

Gli affitti a Caorle sono spropositati e le agenzie chiedono anticipi da capogiro che non posso permettermi di sborsare. Tra poco arriverà l'inverno», continua la donna, «e non posso continuare a dormire in auto. Non chiedo ausili economici al comune ma solo che ci si adoperi di più nell'assegnazione delle case Ater, io sono 65° in graduatoria ma sono a conoscenza del fatto che molte di queste sono chiuse e disabitate, gli assistenti sociali dicono che sono inagibili. Nel frattempo chiedo solo che mi aiutino a pagare un eventuale affitto come mi avevano garantito».

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