Caorle, incendio distrugge un’azienda di rifiuti
CAORLE. Incendio doloso all’alba di domenica alla Fe.Mar di Strada Riello, a San Gaetano di Caorle. La ditta si si occupa del recupero e del trasporto di rifiuti. Interessato un capannone di mille metri quadrati. Metà è andato distrutto, così come un furgone adibito alla raccolta della spazzatura. Stando a una prima stima sommaria, i danni superano i centomila euro. Bruciato anche il tetto in eternit, tanto che è stato necessario l’intervento dell’Arpav per accertare che non ci fossero dispersioni di polveri in quantità preoccupanti. Al lavoro, dalle 4 alle 10 diverse squadre dei vigili del fuoco che per tutta la notte hanno lavorato per spegnere le fiamme. Sono intervenuti i pompieri di Portogruaro, San Donà e Mestre con 14 operatori e 4 automezzi, tanti sono stati necessari per circoscrivere l’incendio.
Ci sono pochi dubbi sul fatto che il rogo sia di origine dolosa anche se la conferma arriverà dalla relazione dei tecnici dei vigili del fuoco. Quando la scorsa notte i pompieri sono arrivati a Caorle si sono trovati di fronte ad almeno tre distinti focolai. È molto probabile quindi che, a entrare in azione, sia stata più di una persona. Recuperate e analizzate alcune tracce di gasolio. È probabile che una tanica sia andata bruciata nel rogo. Si sta muovendo la Procura di Pordenone, che ha incaricato delle indagini i carabinieri di Caorle, intervenuti sul posto con diverse gazzelle, assieme ai colleghi del Nucleo radiomobile.
Il capannone è stato messo sotto sequestro. E al momento non si esclude alcuna pista: dalla vendetta privata alla malavita organizzata. Si parte però da un dato certo, anzi da due. Il primo è relativo alla sequenza di incendi dolosi che negli ultimi mesi hanno caratterizzato l’area del Veneziano. Il secondo è costituito dal fatto che il settore della raccolta dei rifiuti - come dimostrano anche recenti dossier della commissione parlamentare antimafia - è sempre più esposto al rischio di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, anche nei Comuni del Nordest. Cosa si nasconde dietro il rogo della scorsa notte a Caorle lo dovranno accertare i militari dell’Arma.
Di recente la Fe.Mar. ha ricevuto dal tribunale di Venezia la locazione per utilizzare il capannone andato in fiamme da una ditta fallita, la Manufatti Cementi snc. Spulciando nella lista dei soci di entrambe le società si scopre che in entrambe c’è Diego Giro, residente a Caorle, persona conosciuta nell’ambiente della raccolta dei rifiuti anche nel vicino Friuli (ha lavorato ad esempio a Lignano, non senza difficoltà). Nella stessa zona vennero consumati due anni e mezzo fa alcuni furti. Furono trafugati un camioncino Fiat 90 modello Pm 16, di colore verde militare. Un compattatore per immondizie di colore grigio, modello Fiat 160; e un altro compattatore di marca Fiat Iveco, sempre di colore grigio. I ladri si sarebbero introdotti nell’area dopo aver tranciato, con un arnese, la catena che chiudeva il cancello carraio della recinzione. Dagli accertamenti svolti dai carabinieri di Caorle, quei furti non sarebbero stati compiuti nella stessa notte ma in un arco temporale di 13 giorni, dal 10 al 23 aprile 2014. Le forze dell’ordine stanno cercando di capire anche se via possa essere qualche legame con questo precedente.
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