Caorle, allarme di Federalberghi: «Non si trova personale, riduciamo i costi per le imprese e aumentiamo gli stipendi»
CAORLE. Gli albergatori non riescono a trovare lavoratori: allarme di Federalberghi a due mesi dall’inizio della stagione estiva. Anche a Caorle, dunque, c’è il paradosso che affligge il comparto turistico-ricettivo: pur in una congiuntura economica nella quale i tassi di disoccupazione, in particolare giovanile, si mantengono elevati, le imprese di questo settore faticano a trovare degli addetti. Il rischio è quello di vedere albergatori che si fanno concorrenza tra loro, per accaparrarsi la forza – lavoro.
Lo denuncia anche Kay Turchetto, da qualche settimana presidente di Federalberghi Caorle. «È un problema emerso con la pandemia» spiega la presidente «mentre qualche anno fa ricevevamo richieste continue di assunzione, ora ci troviamo nella condizione di dover rincorrere i potenziali dipendenti».
Federalberghi Caorle fornisce proposte, per trovare una soluzione.
«L’obiettivo è quello di rendere appetibile un posto di lavoro nelle nostre strutture» prosegue Turchetto «attraverso una riduzione del costo del lavoro sulle imprese: queste potrebbero quindi offrire stipendi più elevati, attraendo così forza lavoro che tornerebbe ad individuare nel turismo una fonte di reddito sicura. È il momento di ripensare le politiche attive per il sostegno del mercato del lavoro: ci auguriamo che andando verso la fine dell’emergenza Covid, risorse che finora sono state destinate all’elargizione a pioggia di bonus e contributi, possano essere reindirizzate in una seria politica di riduzione del cuneo fiscale per le imprese turistiche».
Infine: «Serve poi una rivoluzione culturale. La formazione in ambito turistico va incentivata. I giovani vanno coinvolti affinché possano apprezzare questo lavoro, al di là dei sacrifici che talvolta può comportare: questo potrà permettere di fidelizzare la forza lavoro da inserire nei nostri team, anche per i mesi invernali». —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia