Cantieri in ritardo ma la Caritas riaprirà l’ex Edison

MARGHERA. La messa a norma della struttura ex Edison in via Oroboni, presentata dalla Caritas diocesana e dal Patriarca nei mesi scorsi, subirà solo un piccolo ritardo dovuto ai tempi tecnici di consegna e utilizzo, ma appare ormai chiaro come entro metà gennaio dell'anno prossimo il futuro dell’ex scuola sia destinato all’accoglienza per i bisognosi, ma anche al proseguimento delle iniziative esistenti al suo interno gestite dalla Municipalità e dalle associazioni locali. Il presidente della Municipalità, Flavio Dal Corso, pochi giorni fa aveva preso posizione lamentando un evidente ritardo per l’inizio dei lavori alla ex Edison, previsti inizialmente dalla Caritas con data di consegna a metà dicembre; contemporaneamente chiedeva fossero preservate l'opera e l'attività dei volontari e del comitato Marghera Libera e Pensante che in questi mesi hanno dato vita a iniziative e proposte per il recupero dell'immobile. Dal Corso aveva chiesto anche garanzie di una piena ristrutturazione della scuola concordando con la Municipalità stessa un piano di azione. Ora arriva la risposta della Caritas, pronta a iniziare i lavori per garantire in partenza una ventina di posti-letto per i senzatetto, e disponibile per valutare anche altre idee di utilizzo. «Abbiamo avuto l’ok definitivo e le chiavi in mano solo la settimana passata», spiega don Dino Pistolato, responsabile della Caritas di Venezia. «Ora siamo pronti ad accelerare i lavori, per garantire il funzionamento della struttura entro metà gennaio, per il periodo previsto più freddo dell’anno. L’Edison è una realtà importante non solo per noi, ma per l’intera vita di Marghera e per questo vogliamo instaurare un dialogo positivo e costruttivo con la Municipalità perché anche le aree da noi non occupate vengano riutilizzate a favore della cittadinanza. L’ex scuola di via Oroboni è un bene da non lasciare all’abbandono in nessuna delle sue componenti, e su questo siamo in pieno accordo con le autorità per un utilizzo completo e duraturo».
Nelle intenzioni, dunque, alla parte dedicata all’accoglienza si dovrebbero affiancare palestra, stanze per le associazioni ed eventuali uffici.
Massimo Tonizzo
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