Cantieri Crosera-Comune firmata la convenzione
PORTEGRANDI. Iniziano ad andare al loro posto i pezzetti del complicato puzzle che abbraccia le attività che si affacciano nello specchio d’acqua di Portegrandi. Sotto i riflettori i cantieri di Francesco Crosera, azienda storica che si trova nel territorio altinate dal 1930, specializzata nella realizzazione di motopescherecci d’altura, yacht e restauro.
Durante l’ultimo consiglio comunale, la vicenda che riguarda il contenzioso tra il Comune e il cantiere, ha raggiunto una svolta. «In sostanza», spiega l’amministrazione, «è stato approvato uno schema di convenzione, che mette insieme sia la componente urbanistica che quella dell’accordo transativo. Tutto ciò permette di non abbattere subito l’abuso, ma entro 180 giorni, e concede la possibilità d’installare una tensostruttura temporanea per garantire l’attività mentre viene costruita la parte nuova. In cambio il cantiere rinuncia al contenzioso e si impegna a fare quanto il Comune ha chiesto».
«Il cantiere è un bene comune e un vantaggio per tutti che un’attività storica continui a lavorare in un contesto di legalità e rispetto della normativa», spiega il sindaco, Silvia Conte, «ciò dimostra che la nostra amministrazione risolve i problemi e permette alle attività produttive di lavorare, ne siamo orgogliosi specialmente in un momento in cui la nautica patisce molto. C’è l’impegno, la concretezza e la disponibilità a trovare soluzioni di buon senso per garantire il rispetto regole. Abbiamo inoltre evitato ulteriori contenziosi che sono usati in maniera strumentale per procrastinare decisioni». L’anno passato, proprio per andare incontro ai Crosera, il Comune aveva riconosciuto la servitù pubblica nella viabilità esistente, nell’attesa della nuova. Nell’ottica della darsena e della conca di Portegrandi, risolvere contenziosi e pendenze è imprescindibile per immaginare un futuro del luogo.
Dopo che è sfumato il sogno dell’arcinoto Piruea di Portegrandi di realizzare un progetto mastodontico che prevedeva unità abitative e persino un albergo a 4 stelle in una zona che per bellezza non teme confronti, l’obiettivo è riuscire a trovare un investitore. Prima, però, bisogna indire l’asta e per farlo non ci devono essere contenziosi. «Il curatore fallimentare è sensibile e desidera valorizzare l’area nel più breve tempo possibile», conclude il sindaco, «qualcuno ha già manifestato segnali di interesse, ma è l’asta il momento della verità e un’opportunità per chi ha voglia di investire seriamente su un sito patrimonio Unesco e porta della laguna».
Marta Artico
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