Cantiere infinito, servono soldi

Zerman. Parla il titolare della ditta che avanza 1,2 milioni di euro dal committente: «La banca ci aiuti»
Di Matteo Marcon

MOGLIANO. Cantiere infinito a Zerman: debiti per 1,2 milioni di euro e famiglie beffate. Potrà apparire la storia di un’ordinaria crisi di liquidità nel settore edile, ma c’è ancora molto da scavare, oltre che da costruire, sulla vicenda dei nuovi appartamenti di via Canova.

A parlare è Gianbattista Severin, uno dei titolari, assieme al fratello Abramo, dell’omonima ditta di costruzioni con sede a Paese.

«Abbiamo iniziato i lavori nel 2009», racconta, «acquistando materiali e pagando i dipendenti, ci siamo esposti per 1,2 milioni di euro ma il committente non ha ancora saldato il conto. In queste condizioni abbiamo dovuto interrompere i lavori».

Il progetto nell’area a nord di via Canova, nel centro della frazione di Zerman, prevede la realizzazione di alcuni condomini per un totale di 37 appartamenti.

«Alcuni di questi, una dozzina», racconta Severin, «sono anche già stati venduti. Ci sono famiglie che per sostenere l’acquisto hanno acceso mutui con le banche e non potendo entrare nelle nuove abitazioni si trovano a dover pagare le rate più l’affitto di casa».

Da quanto tempo siete stati costretti a interrompere i lavori?

«Da almeno tre anni».

Come fa a stare in piedi la vostra azienda che avanza da così tanto tempo oltre un milione di euro?

«Bella domanda. Sono 1,2 milioni più gli interessi. Teniamo duro tra mille difficoltà, in questi anni abbiamo fatto miracoli, ma è molto difficile. Negli ultimi 5 anni abbiamo lasciato a casa 20 dipendenti. Questa situazione di insolvenza sommata alla crisi generale del settore ci sta facendo molto male. Per quanto riguarda la lottizzazione di Zerman se la banca concedesse il finanziamento che annuncia da mesi ma che ancora non si è concretizzato potremmo riaprire il cantiere anche domani».

Dietro a questo cantiere infinito, che da tempo causa le proteste dei residenti, c’è una società cooperativa, la Elios 2, il cui presidente risulta essere Marco Terzariol.

Perché Severin Costruzioni non agisce legalmente nei loro confronti?

«Se fallisse rischieremmo di perdere tutto, noi invece chiediamo di poter concludere l’intervento. Se l’Unicredit concedesse a loro qualche finanziamento il cantiere potrebbe riaprire. È da mesi che ci dicono "ormai ci siamo", speriamo che sia la volta buona».

I costruttori, dunque, continuano a sperare una soluzione del rebus anche dopo oltre tre anni di attesa e 1,2 milioni di scoperto.

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