Cantiere Gpl, nuovo varco il comitato non ci sta

Chioggia. Da ieri le ruspe stanno lavorando a un secondo ingresso a sud Il vicesindaco Veronese: «Costa Bioenergie non ha alcuna autorizzazione»
CHIOGGIA. Un nuovo varco, “contestato”, per il cantiere Gpl. Da ieri mattina le ruspe stanno lavorando alla realizzazione di un secondo ingresso, 100 metri a sud dell’attuale, quello previsto nel progetto originario del cantiere di Punta Colombi.


Secondo il Comune e il comitato No Gpl la ditta non avrebbe l’autorizzazione per aprire il varco, mentre Costa Bioenergie sostiene che sia sufficiente il decreto interministeriale del maggio 2015 che funge da autorizzazione unica. Dopo la sentenza del Tar del 21 luglio scorso in cui si decretò l’abusività del primo varco, la ditta inoltrò la richiesta di sanatoria (tuttora al vaglio degli enti competenti) e contestualmente annunciò di aprire entro breve tempo il varco originariamente previsto e inserito nella planimetria discussa nelle conferenze dei servizi di Roma. Un intervento che di fatto si è aperto ieri.


«Non ne sapevamo nulla», spiega il vicesindaco Marco Veronese, «non abbiamo ricevuto comunicazioni di inizio lavori né richieste di autorizzazioni. A nostro avviso la ditta non ha il permesso per aprire questo varco così come non lo aveva per aprire quello che sta usando, che abbiamo segnalato come abusivo e su cui il Tar ci ha dato ragione. Ci sfugge poi anche un altro passaggio. A noi quel terreno risulta in concessione all’Aspo e nel 2015 Aspo aveva chiesto di poter aprire un varco per accedere alle banchine di Punta Colombi, in chiave di sviluppo del porto. Con quale titolo oggi Aspo concede a una ditta privata di realizzare un varco a proprio utilizzo?».


Allibito anche il comitato. «Siamo sempre in terreno demaniale», spiega il presidente dei No Gpl, Roberto Rossi, «gli stessi rilievi che sono stati sollevati per il varco usato fino adesso valgono per questo nuovo varco… Il decreto interministeriale non può fungere da autorizzazione unica, lo ha detto il Ministero dei beni ambientali e la Soprintendenza quando hanno imposto al Comune di firmare l’ordinanza per il ripristino dei luoghi per assenza dell’autorizzazione paesaggistica. Se questo varco non ha un’autorizzazione e ne è convinto anche il Comune mandi le autorità preposte ai controlli e prenda delle misure».


Questo varco, che insiste come l’altro su via Maestri del lavoro, si trova un centinaio di metri più a sud dell’attuale, in corrispondenza dell’ex discarica e prevede una stradina che corre parallela a via Maestri del lavoro e arriva all’area di cantiere. La ditta si limita a dire che l’apertura del varco era prevista e ricorda quanto indicò il Tar nel pronunciamento del 21 luglio.


«In quell’ordinanza del Tribunale amministrativo», si legge in una nota della Costa Bioenergie, «si indicava che la società non aveva ancora realizzato e utilizzato l’accesso previsto dall’autorizzazione ministeriale (D.M. 26 maggio 2015 numero 17407). Avevamo comunicato al Comune che a breve avremmo realizzato questo varco invitandolo a predisporre gli opportuni accorgimenti segnaletici».


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