«Canoni troppo alti imprese a rischio»

CHIOGGIA. Canoni e durata delle concessioni demaniali spine sul fianco degli operatori turistici. Di recente le sigle sindacali del balneare si sono riunite e hanno elaborato due documenti per...

CHIOGGIA. Canoni e durata delle concessioni demaniali spine sul fianco degli operatori turistici. Di recente le sigle sindacali del balneare si sono riunite e hanno elaborato due documenti per tentare di dare una scossa ai palazzi romani che sull’argomento da qualche tempo non danno risposte. Nell’incertezza vivono 30.000 imprese turistiche italiane che operano su area demaniale (stabilimenti, camping, alberghi, ristoranti) in attesa di avere risposte sulla durata delle concessioni, dopo lo sconvolgimento portato dalla direttiva Bolkestein con la messa a gara, e sulla possibilità di una rimodulazione dei canoni che incidono in maniera pesante sui fatturati.

«Queste imprese», spiega Leonardo Ranieri, presidente regionale di UnionMare Veneto, «si trovano in uno stato di profondo malessere per la condizione di precarietà dovuta al venir meno delle norme che, per decenni, hanno garantito la continuità delle aziende e la crescita dell’intero settore. Rischiamo anche di perdere terreno nel mercato turistico internazionale perché Portogallo, Croazia, Spagna hanno concessioni demaniali con durata ben più elevata della nostra. Questo clima di estrema incertezza ha bloccato gli investimenti che sono invece fondamentali per avere strutture all’avanguardia e in grado di attirare turisti».

Le sigle sindacali chiedono al governo di riconvocare il tavolo tecnico e discutere sulla possibilità di portare le concessioni alla durata di almeno 30 anni, valutando eventuali possibilità di sdemanializzazione con diritto di prelazione e di stabilire un equo indennizzo nel caso di cessione coattiva a favore di terzi.

Altro tema caldo i canoni demaniali. «Sono troppo alti», continua Ranieri, «oltre 200 aziende sono a rischio chiusura immediata. Non si sono capite le ragioni che non hanno reso possibile il semplice rinvio, entro l'anno, sia del pagamento dei canoni che delle decadenze dei titoli dovuti appunto al loro mancato pagamento. È da anni che si cerca una soluzione ad un problema diventato drammatico». Che i canoni siano insostenibili lo ha riconosciuto anche lo Stato che nella Legge di stabilità 2013 consentiva, per chi avesse contenziosi in atto, di chiuderli con una transazione del 30%. Il 4 marzo a Roma si terrà un convegno organizzato da Sib Confcommercio per discutere del futuro delle imprese balneari.(e.b.a.)

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