Canoni per spazi acquei nuove bollette impazzite

Chioggia. Scoppia ancora il caos sulla questione dei conguagli per le concessioni Dolfin (Lega): «A chi ormeggia in riviera Caboto contestati arretrati fino al 2001»
Di Elisabetta B. Anzoletti

CHIOGGIA. Nuove bollette “impazzite” per i canoni delle concessioni acquee. In questi giorni i concessionari degli spazi (passati dalla gestione del Demanio a quella del Magistrato alle acque nel 2010) stanno ricevendo bollette con cifre diverse dalla media dei 200 euro annui attesi per gli ultimi quattro anni. Altri bollette di conguaglio addirittura dal 2001.

Nel caos sta cercando di giostrarsi l’assessore all’urbanistica Mauro Mantovan che parla di due situazioni diverse per chi è in regola con i canoni e chi non ha mai pagato. Il caso è scoppiato l’anno scorso quando i concessionari, circa 500 a Chioggia tra pescatori e diportisti, hanno ricevuto richieste di conguaglio dall’89 con bollette che arrivavano anche a 3.000 euro contro i 180 euro pagati di solito ogni anno. Il Magistrato in pratica aveva aggiornato le tabelle innalzando le quote minime e applicando l’inflazione sugli ultimi 24 anni. Dopo le proteste e alcuni incontri tra amministrazione e delegati dal Magistrato la cosa si era ridimensionata e l’emergenza sembrava risolta. Negli ultimi giorni però, con le nuove bollette (che scadono a giugno ndr), sono ricomparse le preoccupazioni. «A chi ha ormeggi in riviera Caboto», spiega il consigliere della Lega, Marco Dolfin, «si contestano arretrati fin dal 2001. Ma come l’amministrazione aveva tranquillizzato tutti concordando dei semplici adeguamenti dei canoni e un conguaglio “leggero”. Ora siamo punto e a capo. Come si fa a chiedere il pregresso se i contratti erano già stati stipulati? Molti cittadini si sono già rivolti ai consulenti dei consumatori e agli avvocati». In effetti c’è più di qualche interrogativo. «Le nuove bollette ci lasciano perplessi», conferma Marino Barbieri, portavoce del comitato dei concessionari, «i conteggi dal 2010 ad oggi sono tutti diversi e non corrisponde nemmeno il tasso di inflazione applicato. Non capiamo davvero come siano stati fatti questi calcoli. Vogliano pagare il canone, ma il giusto, non di certo dei conguagli da migliaia di euro perché l’ente non ha mai aggiornato le tabelle».

Il prossimo venerdì mattina, negli uffici del mercato ittico, arriverà un funzionario del Magistrato per un nuovo incontro con l’amministrazione e i concessionari. «Ci sono alcuni punti da chiarire», spiega Mantovan, «noi avevamo chiesto la prescrizione per il pregresso a cinque anni, loro dicono a dieci. Al di là di questo bisogna distinguere tra chi ha sempre pagato e chi non ha mai versato un euro. Per gli ultimi quattro anni le tariffe sono chiare, bisogna capire prima del 2009 cosa succede».

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