Cannaregio, due ricercati per le coltellate in salizada: videocamere al setaccio

Ascoltate le testimonianze degli esercenti della zona. Migliorano le condizioni del ferito, non è più in pericolo di vita

Giacomo Costa
I rilievi della polizia dopo la zuffa a Cannaregio
I rilievi della polizia dopo la zuffa a Cannaregio

Gli agenti della squadra Mobile stanno passando al setaccio ogni ripresa, ogni filmato registrato dalle videocamere di sorveglianza, pubbliche e private. Hanno anche già ascoltato i due ragazzi coinvolti nello scontro: il ferito, ovviamente, ma pure il suo amico; entrambi tunisini, di 26 anni il primo e circa della stessa età il secondo, non avrebbero però detto quasi nulla, tanto meno sui motivi dello scontro che lunedì 10 marzo pomeriggio ha macchiato di sangue i masegni di salizada San Canzian.

Questione di ore

Eppure, tra le testimonianze dei tanti presenti e le immagini della videosorveglianza, è solo questione di ore prima che negli uffici di Santa Chiara siano confermati nome e cognome dei due fuggitivi, gli altri due partecipanti alla rissa, la parte che ha sfoderato il coltello e ha colpito alla gamba il 26enne. Il lavoro degli investigatori, però, deve per forza muoversi su due binari paralleli: oltre a risalire alle identità è anche indispensabile chiarire le diverse responsabilità e, anche in questo senso, i racconti di passanti e negozianti, abbinati alle riprese, saranno preziosissimi.

Come sta il ferito

Martedì 11, intanto, il giovane ferito era ormai vicino alle dimissioni dall’ospedale: portato in prima battuta al Civile e poi trasferito all’Angelo di Mestre, dove è stato ricoverato nel reparto di Chirurgia vascolare in prognosi riservata, aveva subito una ferita profonda, anche se fortunatamente la lama che l’ha colpito non ha tagliato l’arteria femorale, come si temeva durante il primo soccorso in calle.

Anticipando i sanitari del 118 e le forze dell’ordine, il primo a bloccare l’emorragia è stato un militare ucraino, Yanis Tereshchenko, ex insegnante diventato soldato per unirsi alla Terza brigata d’assalto dell’esercito di Kiev, tre anni fa: «Fortunatamente per il ragazzo avevo con me un kit di pronto intervento», ha raccontato Tereshchenko ieri sui social, pubblicando anche due foto dell’accaduto, a cui sono poi seguite altre immagini delle sue vacanze a Venezia, che sono continuate come da programma.

Città preoccupata

La zuffa violentissima di lunedì pomeriggio ha lasciato la città sconvolta e preoccupata: tutto è accaduto sotto il sole delle quattro del pomeriggio, in una zona centralissima - e, appunto, molto turistica - ma anche a pochi metri dal ponte dei Zogatoli, dove l’11 settembre si era dovuto lavare via con i secchi e gli spazzoloni un’altra serie di macchie di sangue, una scia rossa che tagliava gli scalini e proseguiva lungo un buon tratto di salizada San Giovanni Grisostomo. Allora erano stati proprio i negozianti e gli esercenti di San Canzian a lamentarsi di una situazione difficile, segnata dai diversi tentativi di intrusione registrati nel corso delle notti e ben dimostrati dai segni rimasti sui battenti delle porte, lì dove un piede di porco aveva tentato di averne ragione.

Difficile dire se quanto accaduto due giorni fa abbia a che fare con quel fenomeno o con qualche problema interno al mondo dello spaccio, che pure viene denunciato dai residenti della zona: di fatto i due giovani tunisini fermati dalla polizia risulterebbero incensurati o, comunque, non conosciuti per precedenti legati alla droga.

Le indagini

Le indagini proseguono quindi in ogni direzione, coordinate dal pubblico ministero Roberto Terzo, che dovrà anche decidere quali reati contestare a tutti i coinvolti nella rissa: una coltellata alla gamba, tecnicamente, non fornisce l’appiglio per parlare di tentato omicidio, ma tutto dipenderà proprio da quello che emergerà dalla ricostruzione completa dello scontro.

Stando alle telecamere i due gruppi si sono incrociati al centro della salizada partendo da direzioni opposte e sono venuti quasi subito alle mani. Il 26enne che poi si è ritrovato a terra, pugnalato, era riuscito subito prima a bloccare uno dei suoi rivali e questi, per liberarsi dalla sua stretta, ha sfoderato il coltello.

Poi, dopo il fendente, i tre che ancora potevano si sono dati alla fuga, tutti in direzioni diverse. Le descrizioni dei testimoni hanno permesso di intercettare rapidamente quello che era scappato verso le fondamente Nove, che però si è rivelato essere l’amico del ferito. Gli altri due, invece, hanno fatto perdere le loro tracce.—

 

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