Effetto Matisse sul Candiani a Mestre, ingressi a quota 32 mila
Funziona l’operazione dei Musei civici veneziani. M9 prepara la mostra sui capolavori salvati dalla guerra. Gribaudi: «Era una scommessa, sta diventando realtà». Campa: «Dobbiamo aprire tutte le vetrine»

Una vera «febbre Matisse» è scoppiata per l’esposizione dedicata al celebre pittore francese, con oltre 32 mila visitatori registrati in cinque mesi al centro culturale Candiani. E già si parla del «chilometro quadrato» della cultura che sta risvegliando Mestre dal punto di vista culturale.
La mostra dei record «Matisse e la luce del Mediterraneo» per il polo di aggregazione mestrino, chiusa martedì grasso con numeri che battono i 25.000 biglietti venduti per Banksy e i 15.000 per Burtynsky al Museo M9.
La differenza sta nel prezzo: ingresso libero con prenotazione al Candiani, a pagamento al Museo M9.

«Il Candiani rappresenta una sfida, non è affatto scontato che progetti espositivi di questa portata vengano accolti nella sede di Mestre» afferma Mariacristina Gribaudi, presidente Muve, «la speranza è che il polo culturale della nostra terraferma diventi un punto di riferimento, un modello per altre città».
Un distretto culturale, come ricorda Gribaudi, composto anche dall’ex Emeroteca di via Poerio, riaperta lo scorso dicembre, la biblioteca Vez, recentemente ampliata, il Candiani, che è stato potenziato, e il nuovo centro Palaplip (l’ex centrale del latte di Carpenedo), che sarà pronto per dicembre.
Se infatti a Venezia la presenza di pubblico è praticamente assicurata (la mostra di Eva Jospin al Museo Fortuny ha attirato ben 60.000 visitatori, il doppio rispetto a quella di Matisse), ora anche i centri della terraferma acquistano appeal verso un pubblico eterogeneo.
Un esempio è proprio l’esposizione del maestro dei Fauves al Candiani, che ha visto crescere l’afflusso internazionale con un 10% di visitatori provenienti da Germania, Francia, Stati Uniti e Cina.
«La lotta contro il degrado ambientale e il mercato di spaccio passa attraverso il recupero dei negozi sfitti» commenta Cesare Campa, presidente del Circolo Veneto Aps e del Premio Mestre di Pittura, «essenziale trasformare questi spazi in residenze o studi per artisti. La gente ha bisogno di percepire una città viva, con vetrine illuminate» aggiunge, citando le residenze dell’Emeroteca e il progetto Mestre Lab del critico d’arte Gaetano Salerno.
A proposito di locali svuotati, la situazione in città non è infatti delle migliori: sono dieci i negozi ancora sfitti lungo tutta la piazza, senza contare i due “buchi neri” rappresentati dal cinema Excelsior e da Palazzo Da Re.
A fare tristezza sono le vetrine polverose dell’ex cartoleria Baessato e dell’ex merceria Zancanaro. «È fondamentale monitorare l’area della terraferma veneziana per definire, attraverso una serie di mostre collettive di arti visive, un nuovo distretto dell’arte contemporanea, come è stato per il progetto culturale a Forte Marghera» sottolinea lo storico Gaetano Salerno, curatore di Mestre Lab.
Tra i prossimi appuntamenti in città, un altro affondo sui maestri delle Avanguardie, con "Munch.
L'urlo espressionista nel Novecento" al centro Candiani, e la mostra “Arte salvata. Capolavori oltre la guerra dal Muma di Le Havre” all’M9.
La mostra che apre la stagione 2025 del Museo M9 si chiama invece «Arte salvata. Capolavori oltre la guerra dal MuMa di Le Havre» ed aprirà il 15 marzo fino al 31 agosto.
Una seconda mostra sarà visitabile dal 19 settembre al 15 febbraio 2026, è Identitalia – The Iconic Italian Brands, curata dai professori Carlo Martino e Francesco Zurlo: riunisce cento aziende italiane con l’obiettivo di valorizzare il Made in Italy.
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