Cancellati quattro treni «Costretti a pagare il taxi»

Quarto. Pendolari della Venezia-Portogruaro in rivolta per i convogli soppressi Solo un bus sostitutivo per l’ultima corsa della 22.41 e molti sono rimasti a terra
Di Giovanni Monforte

QUARTO. L’ultimo treno della sera, che parte da Venezia alle 22.41, è cancellato: pendolari stipati nel bus sostitutivo e c’è chi è stato costretto a rientrare a casa in taxi. È successo mercoledì sera e l’accaduto riporta in primo piano il problema delle soppressioni sulla Venezia-Portogruaro.

Anche perché nella sola giornata di mercoledì sono stati ben quattro i convogli cancellati: i Regionali “Lenti” 11105 Venezia-Portogruaro delle 6.11 e 11112 Portogruaro-Venezia delle 7.44, nonché i Regionali “Veloci” 2209 Venezia-Trieste delle 10.41 e il già citato 2219 Venezia-Trieste delle 22.41. I Comitati pendolari di Quarto e del Veneto Orientale hanno inviato una segnalazione alla Regione. «I primi due treni sono utilizzati da centinaia di viaggiatori e la loro soppressione ha creato disagi pesanti a studenti e lavoratori», scrivono i comitati pendolari, «Il 2219 è l’ultimo treno che collega Venezia al Veneto Orientale». I comitati hanno raccolto numerose segnalazioni dei viaggiatori. A partire da chi si trovava a Venezia e ha visto l’autobus sostitutivo sovraffollato già a piazzale Roma. Chi attendeva il convoglio a Mestre ha lamentato la mancanza di informazioni. «Il treno doveva partire alle 22.53 da Mestre. Il tabellone del binario era spento e nessun avviso vocale annunciava ritardo o cancellazione», racconta una viaggiatrice, «Alle 23 mi insospettisco, vado a vedere il tabellone generale e indicano 5 minuti di ritardo. Alle 23.20 riguardo e indicano 40 minuti. Aspetto finché mi accorgo che accanto alla voce ritardo compare la scritta PE. Allora io e altri decidiamo di provare a trovare questo piazzale esterno, intuito dalla sigla».

Ma l’autobus troppo pieno non riesce comunque a caricare tutti i viaggiatori. «Alla fine non ce l’ho più fatta, ho preso un taxi e sono tornata a casa», conclude la viaggiatrice. Trenitalia spiega «che il treno 2219 era perfettamente funzionante, ma non c’era attivo il “Blocco porte”, che garantisce la sicurezza bloccando le porte, nel caso in cui qualcuno vada ad aprirle in movimento». «L’ Agenzia per la sicurezza prescrive che, quando non c’è il “Blocco porte” attivo, il treno non può trasportare passeggeri», proseguono da Trenitalia, «Il treno funzionava, ma la sicurezza viene prima di tutto. Il personale si è subito attivato per arrecare il minor disagio possibile all’utenza mettendo a disposizione i pullman sostitutivi, ma a quell’ora è stato possibile reperire un solo bus».

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